Meloni: “Sono fiera dell’ergastolo ostativo”. Si apre partita energia-manovra

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con i Ministri Carlo Nordio (Giustizia), Orazio Schillaci (Salute) e Matteo Piantedosi (Interno) e il Sottosegretario Alfredo Mantovano, ha illustrato in conferenza stampa i provvedimenti adottati dal Consiglio dei Ministri n. 2
Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con i Ministri Carlo Nordio (Giustizia), Orazio Schillaci (Salute) e Matteo Piantedosi (Interno) e il Sottosegretario Alfredo Mantovano, ha illustrato in conferenza stampa i provvedimenti adottati dal Consiglio dei Ministri n. 2. (Ufficio stampa Presidenza del Consiglio)

ROMA. – E’ “fiera” dell’intervento sull’ergastolo ostativo. Assicura che non ci sarà più “un approccio ideologico” nella gestione Covid. E dà il segnale che “in Italia non si può venire a delinquere” con l’organizzazione dei rave party che diventa reato. Aveva promesso “discontinuità”, Giorgia Meloni aveva promesso “discontinuità” e la rivendica con orgoglio al primo consiglio dei ministri davvero operativo, che ha anche completato la squadra di governo con la nomina di 39 nuovi sottosegretari (8 diventeranno viceministri).

Garantisce, come fanno anche i ministri, che non ci per ora non ci sono “problemi”, che la squadra, a una settimana dall’insediamento dell’esecutivo, lavora “con compattezza ed entusiasmo” nonostante il centrodestra a guida Fdi sia arrivato a governare il Paese “nel momento più difficile per la nazione”. “Non ci sono problemi per ora. Mi aspetto dalla mia squadra compattezza e lealtà e le sto riscontrando”.

Un decreto che il presidente della Repubblica valuterà, come sempre, con la massima attenzione senza anticipare giudizi, si ricorda in ambienti parlamentari. Anche se la formula omnibus viene attaccata da alcuni settori del Parlamento. Rinvio della riforma della giustizia penale, stop all’obbligo di vaccini per i sanitari e la stretta contro i raduni illegali vengono presentati in un unico provvedimento.

Che fa salire subito sulle barricate le opposizioni, Pd in testa. Il primo Cdm “tradisce le aspettative elettorali” vanno all’attacco i Dem, con il segretario Enrico Letta che punta il dito contro un “esordio” che “ha premiato i no vax”. Mentre Giuseppe Conte stigmatizza la “tolleranza zero” contro i rave di un governo che invece “chiude tutti e due gli occhi” su “camicie nere di Predappio ed evasori”. Ma il raduno nella città natale di Mussolini, minimizza il ministro Matteo Piantedosi “si tiene da anni” ed è caso “diverso” da quello di Modena.

In ogni caso, taglia corto la premier sollecitata da un cronista a margine della conferenza stampa, si tratta di un evento “politicamente distante da me in modo significativo”. Respinge insomma le polemiche su fascismo e anti-fascismo, alimentate negli ultimi giorni anche dal caso sul 25 aprile. E dopo un’ora con i ministri a spiegare il provvedimento, torna a Palazzo Chigi per aprire la partita vera, quella su cui si giocherà la credibilità anche con Bruxelles, quella dei conti pubblici.

Meloni si chiude nella sede del governo e con Giancarlo Giorgetti, lo staff del Mef (e il vicepremier Matteo Salvini), inizia a rivedere le tabelle della Nadef che, conferma, sarà aggiornata nel prossimo Consiglio dei ministri di venerdì. C’è da fare, ne è consapevole, “una corsa contro il tempo”, ma la speranza è quella di portare già a fine settimana le prime misure contro il caro-bollette, che saranno completate poi con la manovra.

Certo la premier e il titolare del Mef avranno tirato un sospiro di sollievo davanti a un dato del Pil del terzo trimestre che doveva essere negativo e invece è cresciuto di mezzo punto. Lo scenario, insomma, potrebbe rivelarsi meno fosco di quanto le previsioni fino a ieri indicavano. E rafforzare la dote del ‘tesoretto’ da quasi 10 miliardi lasciato in eredità dalla gestione di Mario Draghi e Daniele Franco.

Per il momento da rivendicare c’è il primo atto anche “simbolico” sull’ergastolo ostativo, di cui aveva parlato anche nella relazione sulla fiducia, che conferma che “la lotta alla criminalità organizzata” è “un obiettivo” del governo e che contro la mafia “non si faranno passi indietro”. Intanto, scherza, “ho tolto il bavaglio al ministro Nordio”, mostrandosi attenta lettrice delle critiche che le vengono riservate. E che smentisce con forza, comprese quelle che vedono un rischio sui target del Pnrr con il rinvio della riforma Cartabia.

“Ci prendiamo due mesi” per dare il tempo agli uffici di organizzarsi, ma “non c’è alcun rischio”, garantisce, che il Piano “venga compromesso”. Così come non ci sono stati dissidi nella formazione della squadra. Sottosegretari e viceministri (solo Salvini ne avrà due, uno leghista e uno di Fdi), assicura anche a deputati e senatori nella chat interna di Fratelli d’Italia, sono stati scelti sulla base “dell’esperienza parlamentare oltre che nel settore specifico”. Certo ci sono state “mediazioni”, perché c’era, conferma, “il tema della rappresentanza femminile” e quella “territoriale”. Ma “avevamo promesso di essere veloci e lo siamo stati”. Perché ora c’è da correre davvero.

(di Silvia Gasparetto/ANSA)