Il PSOE celebra i 40 anni dalla prima vittoria di Felipe González

Simpatizanti del Partito Socialista Operaio Spagnolo (PSOE) sventolano le bandiere nella sede principale del partito a Madrid, la notte di domenica scorsa. ( Angel Navarrete/Bloomberg via Getty Images)

MADRID — 28 ottobre 1982, il giorno della prima vittoria dopo il periodo franchista. È la data celebrata oggi, a 40 anni di distanza dai socialisti spagnoli: l’inizio della tappa di governo del presidente Felipe González, un’era politica durata 14 anni ininterrotti grazie anche a quattro successi elettorali consecutivi, e durante la quale il Paese iberico attraversò momenti determinanti della propria storia, come l’entrata nell’Unione Europea. Un momento colto da protagonisti di allora e di adesso per fare bilancio su cosa è come è cambiato in Spagna in quest’arco temporale. “Tutti i progressi sociali”, rivendica la presidente del partito Cristina Narbona, “sono il risultato dell’azione degli uomini e delle donne socialiste che hanno ricoperto responsabilità di governo negli ultimi quattro decenni”.

Il Partito Socialista (PSOE) arriva all’appuntamento dopo quattro anni consecutivi al governo, e a circa 12 mesi dalla fine dell’attuale legislatura. Compattata dalla leadership dell’attuale premier Pedro Sánchez, segretario generale dal 2017 (dopo un primo mandato tra il 2014 e il 2016, a cui seguì un periodo di forti turbolenze interne), la formazione affronta una fase politica non esente da sfide, su più fronti.

Da un lato, ci sono continue crisi a cui il governo di minoranza attuale, formato insieme a Unidas Podemos, è chiamato a rispondere: dalla guerra in corso alle porte dell’Europa all’elevata inflazione e conseguente possibile emergenza sociale. Dall’altro, insidie sorgono anche dall’interno: le divergenze con i partner di coalizione sono frequenti, mentre nella variegata maggioranza parlamentare su cui si appoggia l’esecutivo spesso hanno un ruolo decisivo le esigenti condizioni poste da partiti baschi e catalani in cambio dei loro “sì”.

Inoltre, nelle ultime settimane è riemerso con forza nel PSOE un dibattito interno di lunga data su una delle iniziative con carattere sociale più ambiziose del governo: la cosiddetta ‘legge trans’, che prevede la “libera autodeterminazione di genere” dei cittadini e non trova consensi unanimi tra i socialisti, in particolare per i dubbi di una corrente femminista definita dalla stampa “classica”. Prova ne sono, in questo senso, gli emendamenti sul testo su cui ancora sta discutendo il gruppo parlamentare socialista, e che potrebbe presentare nonostante il progetto normativo sia già stato approvato dal Consiglio dei ministri, dopo un accordo con la ministra delle Pari Opportunità Irene Montero (Unidas Podemos).

Domani, il partito celebrerà l’anniversario della prima vittoria post-dittatura in un atto organizzato a Siviglia e in cui è atteso anche Felipe González. Nel frattempo, Sánchez ha rivendicato oggi stesso il ruolo della formazione che guida nel passato e nel presente della Spagna. “A 40 anni dalla vittoria socialista del 1982, continuiamo a guidare la Spagna lungo la via del progresso”, ha scritto in un tweet.

Redazione Madrid

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