Economia: il governo parte da bollette, caccia alle risorse

Contatori dell'elettricità e del gas.
Contatori dell'elettricità e del gas.

ROMA. – La lista delle priorità del Ministero dell’economia parte dall’emergenza costi energetici. Il programma del nuovo governo lo indica come il tema cui dare la precedenza su tutto, anche sulle promesse elettorali. E che proprio per questo drenerà gran parte delle risorse reperibili per la prossima legge di bilancio. Ma prima ancora per il nuovo pacchetto di aiuti a famiglie e imprese che sarà con molta probabilità il primo provvedimento economico dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni.

A dettare i tempi del nuovo decreto è la necessità di evitare che si esauriscano gli ultimi aiuti varati dal governo uscente. Il credito di imposta per le imprese energivore, introdotto dal decreto aiuti Ter, si esaurirà a novembre. Mentre il taglio di 30 centesimi sulle accise della benzina è in vigore fino al 18 novembre. Il governo sta dunque lavorando per prorogare questi aiuti e garantire le tutele fino alla fine dell’anno.

E per coprire questa emergenza si punta ad usare tutte le risorse a disposizione in questa fase. Per questo provvedimento, in particolare, le risorse dovrebbero arrivare dal ‘tesoretto’ lasciato dal governo Draghi, ovvero il differenziale tra deficit autorizzato nel Def e quello tendenziale previsto nella Nadef: i calcoli sono ancora in corso, anche alla luce del nuovo contesto di prezzi energetici, ma si parla di una cifra compresa tra 7,5 e 9,6 miliardi.

Ma il capitolo bollette-carburante richiederà un impegno finanziario “imponente” anche nella legge di bilancio, ha assicurato la neo premier, chiarendo che le risorse verranno cercate nelle “pieghe del bilancio” e nei ricavi dello Stato. Ma anche dagli extraprofitti: norma che la premier considera “da riscrivere” e che quindi potrebbe subire modifiche.

L’altra grande emergenza che la manovra cercherà di aggredire è l’impennata dell’inflazione, contro la quale si stanno studiando misure per accrescere il reddito disponibile delle famiglie, dall’innalzamento della soglia di esenzione dei fringe benefit all’estensione dei beni primari con l’Iva ridotta al 5%. Nella legge di bilancio si andrà avanti anche con il taglio del cuneo fiscale, che verrà riproposto almeno nella versione introdotta dal governo Draghi (2 punti in meno), mentre l’obiettivo di medio termine – ribadisce Meloni, che scarta invece l’idea del salario minimo – è di arrivare progressivamente a ridurlo di 5 punti.

Sul capitolo pensioni è sicuro che ci sarà un intervento per evitare lo scalone al primo gennaio 2023, ma il lavoro è ancora tutto in itinere, con diverse opzioni allo studio. Una è sicuramente quella su cui spinge la Lega, che pensa ad una quota 41 magari da 61-62 anni: proposta su cui lavorano i tecnici del partito che ipotizzano di recuperare risorse – ha spiegato il leader Matteo Salvini – attraverso una revisione del reddito di cittadinanza, mettendo “un periodo di pausa”.

Il capitolo fiscale è già ricco: dalla tregua fiscale, con una nuova rottamazione delle cartelle, alla flat tax “incrementale, cioè una tassa piatta del 15% su quanto dichiarato in più rispetto all’anno precedente”, ha chiarito Meloni, definendola “un segnale di merito”. La legge di bilancio sarà preceduta dall’aggiornamento della Nadef e del Dpb con il quadro programmatico per il prossimo anno che, secondo quanto si apprende, potrebbe vedere la luce entro le prossime due settimane. Di qui a fine anno si dovrà lavorare pancia a terra anche sul Pnrr: le spese entro il 2022 sono a meno della metà e bisogna accelerare, indica Meloni, confermando la volontà di modificarlo, alla luce del nuovo contesto.

(di Enrica Piovan/ANSA)

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