Iran, 500 accusati per le rivolte, quattro rischiano il boia

Volantini con l'immagine di Amini Mahsa sul pavimento. (ANSA)

ISTANBUL. – “Propaganda anti sistema, danni all’ordine pubblico, collusione contro la sicurezza”. Sono le accuse per cui verranno processate 315 persone che hanno partecipato, nella sola Teheran, alle proteste per Mahsa Amini, la 22enne di origine curda che è morta il 16 settembre dopo essere stata arrestata dalla polizia morale perché non portava il velo in modo corretto.

Ad annunciarlo è stato il procuratore del tribunale rivoluzionario della capitale iraniana, Ali Salehi, facendo sapere che quattro di loro rischiano la pena capitale, prevista per ‘muharebeh’, il reato di cui sono accusati che riguarda “l’utilizzo di armi per minare la sicurezza e creare panico nella società”. Ad Alborz, provincia a ovest della capitale, sono stati invece già avviati processi per 201 persone che hanno partecipato alle proteste e tra loro “alcuni hanno avuto contatti con i servizi segreti stranieri”, ha sostenuto il capo del Dipartimento provinciale di Giustizia, Hossein Fazeli.

Mentre le dimostrazioni continuano, soprattutto nelle università con sit-in quotidiani nei campus di varie città, il bilancio delle vittime è arrivato a 248 morti, secondo i dati di Hrana, l’agenzia stampa degli attivisti dei diritti umani iraniani: 33 tra i manifestanti che hanno perso la vita erano minorenni, mentre tra le vittime ci sono 28 membri delle forze di sicurezza.

Oltre 12mila le persone arrestate: tra loro c’è anche la trentenne italiana Alessia Piperno che si trovava nel Paese quando sono iniziate le proteste e aveva manifestato sui social media sostegno per le dimostrazioni. Il suo caso è seguito “con il massimo impegno e con grande determinazione” dal neo ministro degli Esteri Antonio Tajani, come ha dichiarato ieri dopo avere sentito al telefono il padre della ragazza.

“Il comportamento di alcuni Paesi occidentali, tra cui la Gran Bretagna, nel sostenere le rivolte in Iran non è costruttivo ed è illegittimo”, ha denunciato invece il ministero degli Esteri di Teheran, ribadendo che presto risponderà alle sanzioni imposte dall’Unione europea sulla Repubblica islamica per le “gravi violazioni dei diritti umani” durante la repressione delle dimostrazioni.

“Se gli americani hanno scommesso sugli attuali sviluppi in Iran hanno sbagliato”, ha tuonato il portavoce del ministero, Nasser Kanani, attaccando Washington per avere criticato la reazione delle forze iraniane alle dimostrazioni e alludendo al fatto che la posizione americana potrebbe avere conseguenze nei colloqui, attualmente in fase di stallo, per rilanciare l’accordo sul nucleare. “Non possono costringere l’Iran a concedere privilegi unilaterali attraverso l’istigazione, le intimidazioni e le provocazioni”, ha avvertito il funzionario della Repubblica islamica.

(di Filippo Cicciù/ANSA)

Lascia un commento