Primo contatto Meloni e Macron, Mattarella resta il garante

Stretta di mano tra il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Presidente francese Emmanuel Macron.
Stretta di mano tra il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Presidente francese Emmanuel Macron. (Ufficio Stampa Presidenza del Consiglio)

ROMA. – Una relazione complessa ma necessaria per entrambi i Paesi”. Così fonti diplomatiche definiscono la prima presa di contatto tra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron, concretizzatasi a Roma a poche ore dal giuramento del nuovo governo in un hotel della capitale con vista sulla città. Sullo sfondo c’era il palazzo del Quirinale anche questa volta discreto motore di una macchina che andava assolutamente avviata con i cugini d’oltralpe.

E’ cosa nota che la neo-premier aveva scalato il gradimento degli italiani anche partendo da posizioni antifrancesi, via via smussate mentre si concretizzava la possibilità di conquistare palazzo Chigi. E ancora una volta la riservatissima opera di moral suasion del Quirinale, di garanzia della fedeltà ai principi e alle regole europee, si è dispiegata.

Tra il presidente Mattarella e il premier conservatore si è instaurato un rapporto buono e di “leale collaborazione”, si è spiegato dal Colle dopo che il capo dello Stato ha ricevuto nella splendida sala del Torrino Macron e la moglie Brigitte che erano appena usciti dal Vaticano dopo un colloquio con papa Francesco di oltre un’ora. Quindi, forte del “rapporto strettissimo” che ha instaurato con Macron negli anni, Mattarella è stato l’anello di fiducia istituzionale che ha permesso il “tete a tete” lampo tra il presidente francese e la presidente del Consiglio.

D’altronde è facile ricordare il ben più complesso lavoro di ricucitura con Parigi che il presidente della Repubblica dovette compiere alla nascita del primo governo Conte quando la turbolenta alleanza tra Lega e Cinque stelle portò a non poche frizioni internazionali. Al punto che – era il 2019 – l’ambasciatore francese era stato richiamato in Francia per consultazioni con Macron dopo che il governo italiano, nella persona del vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio, aveva incontrato una delegazione dei gilet gialli, manifestando l’appoggio dell’Italia alle loro proteste spesso violente.

Certo, oggi non ci sono le tensioni dell’epoca ma l’opinione pubblica francese rimane molto perplessa sulla tenuta del garantismo in Italia e Macron ne è consapevole, come dimostra una dura precisazione dell’Eliseo diffusa dopo l’incontro romano con Meloni: sui diritti umani, “giudicheremo dagli atti del governo Meloni, in modo concreto, e vedremo come reagire tema per tema.

Nell’incontro di oggi a Roma fra Emmanuel Macron e Giorgia Meloni, il presidente francese ha ribadito che da parte di Parigi continueranno vigilanza e atteggiamento esigente”, hanno sottolineato fonti vicine al presidente. Se una certa irritazione filtra tra i fedelissimi del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni non ha replicato direttamente. Ma ciò non toglie che dal suo entourage esca una precisazione piuttosto secca sulla vigilanza della Francia, o di qualunque altro Paese, sull’Italia: Meloni e Macron non ne hanno proprio parlato.

Piuttosto – spiegano fonti di palazzo Chigi – è stato “un incontro franco, nel corso del quale sono state affrontate le principali sfide a livello europee: dall’energia alla crisi internazionale, dal contrasto dell’immigrazione irregolare alla sovranità alimentare. Un incontro naturale, vista la presenza del presidente francese Emmanuel Macron a Roma, al quale ne seguiranno altri con i partner internazionali perché, è intenzione del Governo italiano, affrontare i dossier principali dell’agenda politica internazionale.

Nessun riferimento, invece, delle questioni al centro delle polemiche nei giorni scorsi sulle quali il presidente Meloni si era già espressa”. In effetti Giorgia Meloni, prima di diventare presidente del Consiglio, era stata decisamente chiara quando una ministra francese, Laurence Boone, aveva espresso più o meno lo stesso concetto seppur con meno tatto: “il governo francese smentisca questa che è un’ingerenza”, replicò la leader di Fratelli d’Italia. E Mattarella le venne in soccorso: “l’Italia sa difendersi da sola”, gli fece eco. Questa volta per Mattarella non c’è stato bisogno di ripeterlo. Tutti attendono le comunicazioni alle Camere della neo-premier.

(di Fabrizio Finzi/ANSA)

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