Nuovo governo: il timing, dalla fiducia alla manovra

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i ministri del nuovo Governo
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i ministri del nuovo Governo. (Ufficio stampa Presidenza della Repubblica)

ROMA. – Il conferimento dell’incarico per formare un governo a Giorgia Meloni, che ha accettato senza riserve, rappresenta una accelerazione nel timing fino al voto di fiducia in entrambi i rami del Parlamento. Questo un possibile elenco delle scadenze principali, da qui alla fine dell’anno, per il nuovo governo e per il Parlamento.

22 OTTOBRE – Dopo il giuramento al Quirinale di oggi, il Governo entra nella pienezza dei propri poteri.

23 OTTOBRE – A Palazzo Chigi ci sarà il passaggio delle consegne con Mario Draghi, il cosiddetto ‘passaggio della Campanella’ e si terrà la prima riunione del Consiglio dei ministri.

25 OTTOBRE – Il Governo si presenta in Parlamento per la fiducia. Si comincia al mattino alla Camera. Qui Giorgia Meloni fa le sue dichiarazioni programmatiche. Al termine del discorso si sposta al Senato per consegnare il testo dell’intervento a Montecitorio. Non è ancora chiaro se la fiducia in entrambi i rami del Parlamento arriverà nella stessa giornata o si articolerà in due giorni, con il voto al Senato il 26 ottobre.

26 OTTOBRE. La Commissione Speciale costituita per l’esame dei provvedimenti, prima che vengano istituite le Commissioni permanenti, comincerà a lavorare sul decreto legge Aiuti Ter il cui approdo in Aula è previsto per il 7 novembre.

DAL 27 OTTOBRE. Delineati con il primo voto di fiducia in entrambe le Camere i perimetri della maggioranza parlamentare, si costituiscono le Commissioni permanenti. Nella settimana che parte il 7 novembre i presidenti di Camera e Senato potrebbero convocarle perché eleggano i rispettivi presidenti.

LA MANOVRA. Come primo passo sul fronte dei conti pubblici il governo dovrebbe chiedere al Parlamento l’autorizzazione a utilizzare i 10 miliardi di ‘tesoretto’ sul 2022 per prorogare fino a fine anno quella parte di aiuti sulle bollette in scadenza a novembre (con il varo successivo di un decreto ad hoc che potrebbe diventare emendamento al decreto aiuti ter). Poi ci saranno da integrare la Nadef e il Dpb con il quadro programmatico (il governo Draghi ha indicato solo il tendenziale). A quel punto dovrà essere presentata la legge di Bilancio, che va approvata definitivamente dal Parlamento entro il 31 dicembre.

(di Francesco Bongarrà/ANSA)

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