L’Ue trova una quadra sull’energia, la Spagna ‘si riconosce in molte misure’

MADRID — Dopo lunghi e difficili negoziati, alla fine una quadra è stata trovata. Il Consiglio europeo tenutosi a Bruxelles tra ieri e oggi ha portato i leader dei 27 Paesi membri a una base d’intesa su aspetti considerati cruciali: stabilire limiti ai prezzi del gas usato per generare elettricità, effettuare acquisti collettivi di questa materia prima e “accelerare” lo sviluppo di una riforma del mercato energetico. “Il risultato è soddisfacente”, ha affermato al termine del Consiglio il premier spagnolo, Pedro Sánchez, aggiungendo che l’Ue “ha mostrato unità”. Allo stesso tempo, il primo ministro ha ammesso che gli piacerebbe “una celerità maggiore“ nell’assunzione di decisioni. Ma il bilancio specifico per Madrid è particolarmente positivo. “La Spagna si riconosce in molte misure perché ne è stata uno dei principali sostenitori”, ha sostenuto Sánchez.

Il leader spagnolo ha in effetti trovato nel campo energetico uno dei suoi principali – e sinora più fruttuosi – terreni di battaglia politica sul piano internazionale. “Gli Stati membri e le istituzioni comunitarie stanno adottando molte delle filosofie alla base delle proposte che abbiamo promosso e proposto al governo spagnolo da quasi un anno”, ha rivendicato da Bruxelles.

In primis, ha argomentato Sánchez, i parter europei hanno deciso di lavorare per “estendere” all’Ue “nel suo insieme” gli “stessi principi” del meccanismo di ‘eccezionalità iberica’, che consente a Spagna e Portogallo di fissare tetti al prezzo del gas utilizzato per generare elettricità e che ha già consentito ai consumatori “un risparmio di 2,9 miliardi di euro”.

Inoltre, ha anche sottolineato il premier, la decisione di comprare gas collettivamente ripercorre la stessa scelta compiuta per quanto riguardava i vaccini anti-Covid: si tratta di una direzione che Madrid era stato “tra i primi” governi a proporre. “Abbiamo sempre avuto un ruolo centrale, propositivo e costruttivo, e mi piacerebbe rivendicarlo”, ha insistito Sánchez. I primi sviluppi concreti in tema energetico si attendono dalla prossima riunione dei ministri di riferimento, ha aggiunto. “Ci stiamo avvicinando alla soluzione”, è stato il riassunto fornito dal presidente alla stampa, “andiamo verso il momento critico per arrivare a un accordo”.

Circa 24 ore prima, il leader spagnolo aveva annunciato un’altra intesa, questa volta raggiunta specificamente con Francia e Portogallo: l’unione di intenti per la costruzione del già battezzato BarMar, un condotto energetico che connetterà Barcellona e Marsiglia. “È una soluzione coerente con il nostro impegno per la Transizione Ecologica”, ha detto il premier, facendo riferimento al fatto che si tratta di un’infrastruttura pensata per trasportare in primis “idrogeno verde” ed energie rinnovabili. “Ci troviamo di fronte a un’eccellente notizia”.

Sullo stesso argomento, in mattinata si era pronunciata anche la vicepremier e ministra della Transizione Ecologica Teresa Ribera. Per la costruzione del BarMar, ha detto a Catalunya Ràdio, potrebbero servire “5, 6 o 7 anni”, ha spiegato. “Ora ci sarà la parte probabilmente più complicata, che è lavorare con i tecnici”, ha spiegato.

Redazione Madrid

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