Passi avanti tra governo e sindacati per lo “statuto del tirocinante”

MADRID — Niente più turni notturni, stage extra-curricolari e abusi della presenza di tirocinanti per coprire le funzioni di dipendenti assunti. Sono questi — secondo media iberici —, alcuni degli elementi compresi nell’ultima proposta di intesa tra governo e partiti sociali sul cosiddetto ‘statuto del tirocinante’. Una bozza d’intesa già approvata dal sindacato Comisiones Obreras (CCOO) e che vede il favore anche di UGT, ma che invece non sembra trovare d’accordo la principale organizzazione degli industriali, la CEOE.

Le discussioni con il Ministero del Lavoro su un nuovo regolamento per i tirocini sono già partite diversi mesi fa. L’ultimo incontro, decisivo per far emergere passi avanti concreti, si è tenuto ieri. A detta di Comisiones Obreras, la nuova legislazione permette di “frenare alla precarietà e allo sfruttamento a cui sono sottoposti i tirocinanti”: uno dei punti principali, indicano dal sindacato, è il fatto di mettere fine all’abuso di formule che portano i giovani a “lavorare gratis”.

Inoltre, aggiungono le stesse fonti, vengono garantiti “molti più diritti” alle persone che si immettono nel mondo del lavoro, come in materia di prevenzione di rischi, e si “dà molto più peso al compito formativo che devono svolgere i tirocini”.

Come riportato, tra gli altri, da Público, la proposta attuale è stata accolta favorevolmente anche da UGT, che dovrebbe ratificare il proprio sostegno domani. Secondo indiscrezioni, uno dei punti contenuti nel testo dello statuto limita al 20% la quota di tirocinanti di cui può usufruire un’azienda.

In attesa che si chiarisca del tutto la posizione della CEOE, che non ha ufficializzato la propria ritirata dal tavolo delle trattative, a mostrare forti perplessità sulla proposta di accordo sono stati anche i rettori.

“Non si può giustificare che, se oggetto di detto progetto normativo è la regolamentazione degli stage accademici (universitari), tutto viene deciso nell’ambito del Dialogo Sociale svolto esclusivamente dal Governo, dai sindacati e dai datori di lavoro”, si legge in un comunicato della conferenza dei lettori. La nota aggiunge che tale gestione della questione risulta “incomprensibile”, in quanto “considera come lavoro un’attività puramente ed essenzialmente accademica”.

Redazione Madrid