Un mese ai Mondiali, il Qatar apre gli stadi nel deserto

Qatar, gli stadi del Mondiale di calcio.
Qatar, gli stadi del Mondiale di calcio. (Sky Sport.it)

PARIGI. – Parte la sfida dei primi Mondiali di calcio d’inverno, fra il deserto e il Golfo Persico, nel ricco Emirato del Qatar. Una penisola con appena 2,8 milioni di abitanti che verrà “invasa” da 1,2 milioni di tifosi (2 milioni i biglietti già venduti), a partire dal 20 novembre, data del calcio d’inizio con la partita tra i padroni di casa e l’Ecuador. Si giocherà a temperature lontane dai 50 gradi che il Qatar raggiunge d’estate, ma pur sempre tali da aver reso necessaria la costruzione di stadi con aria condizionata per calciatori e spettatori. Un'”aberrazione” per i movimenti ecologisti, in un inverno da affrontare osservando la “sobrietà energetica”.

Sarà il passo d’addio di ‘vecchi’ campioni come Cristiano Ronaldo e Messi: l’argentino è in cerca della sua prima Coppa del mondo e per vincerla dovrà sfidare le altre favorite, Francia e Brasile. Esordirà il fuorigioco semiautomatico, simbolo di un calcio che si vuole modernizzare in campo, mentre cerca di allargare i suoi orizzonti – soprattutto commerciali – fuori dal rettangolo di gioco. Sarà infatti uno dei Mondiali a maggior tasso geopolitico, non solo perché si gioca in tempo di guerra.

La sfida di organizzare la prima edizione giocata in Medio Oriente presenta molte incognite, che hanno suscitato dubbi, contestazioni, proteste e un’inchiesta della giustizia in Francia sulle modalità di assegnazione da parte della Fifa dell’organizzazione della Coppa del Mondo 2022 al Qatar. Nel mirino, una riunione segreta che si svolse nel 2010 all’Eliseo attorno all’allora presidente, Nicolas Sarkozy.

Secondo quanto trapelato, l’allora presidente dell’Uefa e vicepresidente della Fifa, Michel Platini, fu “convinto” a spostare il suo voto – decisivo – dagli Usa al Qatar, che 11 giorni dopo si aggiudicò i Mondiali. La magistratura francese sta indagando su presunte “contropartite” alla Francia, dove il Qatar ha una presenza finanziaria fortissima, soprattutto nel mondo dello sport, ed è proprietaria del club della capitale, il Paris Saint-Germain.

Secondo quanto riferito in questi giorni all’ANSA da personalità operanti nel calcio e presenti a Doha, ci sono alcuni cantieri ancora da chiudere, qualche fan zone da mettere a punto. Le preoccupazioni principali delle forze dell’ordine riguardano l’enorme massa di persone che si riverserà nell’Emirato, che non ha esperienza di gestione di tali folle. Né negli stadi, né tantomeno negli aeroporti.

Gli hotel propongono prezzi altissimi, per i giorni del mondiale vengono chiesti almeno 1.000 euro al giorno. Sono pronte le ben più capienti strutture alberghiere degli Emirati, che sono già organizzati per trasportare in aereo a Dubai i tifosi che non avranno trovato posto a Doha, dopo ogni partita.

Gli stadi, strutture discusse perché necessariamente effimere in uno stato come il Qatar e perché quasi tutti attrezzati con impianti per l’aria condizionata – con bocchette sul terreno e verso gli spettatori, azionabili secondo i bisogni – sono comunque in gran parte nuovissimi e spettacolari. A cominciare da quello di Lusail, la “città del futuro” 15 km a nord di Doha, che ospiterà la finale. E’ quello con la maggior capienza (86.000 posti), e con una forma ispirata alla tradizionale lanterna araba “fanar”.

A una cinquantina di chilometri a nord di Doha sorge l'”Al-Bayt” (significa casa): 60.000 posti, 9 match fra cui una semifinale, architettura a forma di tenda beduina e copertura retrattile. Unica difficoltà sembra quella per raggiungerlo, solo in bus o taxi, soprattutto quando ospiterà il 20 la sfida di apertura fra il Qatar e l’Ecuador. Lo stadio Al-Janoub ad Al-Wakrah (25 km a sud di Doha, sul Golfo Persico) è invece ispirato agli scafi dei pescherecci tipici dei mari del Medio Oriente. Da lontano sembra una enorme conchiglia.

Ad Al Rayyan, alla periferia di Doha, si ammirerà lo stadio Education City, incastro di triangoli di vetro sul quale la luce del sole crea riflessi come fosse un diamante. Sempre ad Al Rayyan, c’è lo stadio Ahmed-ben-Ali, intitolato all’emiro omonimo, che sorge alle porte del deserto e ha forme di dune sulla facciata. L'”Al-Thumama” di Doha ha forma tondeggiante ispirata alla taqiyah, il copricapo tradizionale degli arabi. Alla fine dei mondiali si trasformerà in clinica dello sport.

Sempre a Doha, c’è il “974”, primo stadio smontabile della Coppa del mondo, durerà soltanto il tempo dei Mondiali. E’ il più “ecologico”, costruito con materiali riciclabili sul porto, a pochi metri dal mare. Il suo nome è il prefisso telefonico del Qatar. Smontata, la struttura sarà donata a paesi bisognosi di attrezzature sportive.

Per rintuzzare le polemiche, gli organizzatori assicurano che negli stadi – costati fra i 5,74 e i 6,70 miliardi di euro – l’aria condizionata sarà attivata soltanto quando necessario. Il termometro – durante i mondiali che cominceranno il 20 novembre e si concluderanno il 18 dicembre – oscillerà fra 24 e 29 gradi, al massimo 31.

Altra novità di Qatar 2022, la regola del fuorigioco semiautomatico, con l’esordio del pallone connesso Al Rihla, prodotto da Adidas, con una chip al centro della sfera. Rinviata, invece, ai mondiali 2026 in Usa, Messico e Canada, l’allargamento del numero delle nazionali qualificate da 32 a 48.

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