Il Prado esplora il Rinascimento vissuto dagli artisti spagnoli del ‘500 a Napoli

Foto © Museo Nacional del Prado
Foto © Museo Nacional del Prado

MADRID — Portare luce su un’esperienza decisiva per gli artisti del primo ‘500 spagnolo. È questo l’impulso che ha favorito l’allestimento de ‘Un altro Rinascimento’, nuova mostra temporanea del Museo del Prado che esplora la stagione vissuta a Napoli da molti dei pittori e scultori iberici più rilevanti di quel tempo. L’esposizione, annunciata come uno dei progetti più attesi del tempio dell’arte madrileno negli ultimi anni, sarà aperta al pubblico da domani fino al prossimo 29 gennaio. In seguito, verrà riallestita anche in Italia.

Partendo dai riferimenti al convulso periodo storico che portò Napoli sotto il dominio degli spagnoli, ai tempi del re Ferdinando il Cattolico, la mostra permette un excursus in un’epoca affascinante: a detta di uno dei suoi commissari, il docente dell’Università degli Studi della Campania Andrea Zezza, la città era allora “un gran porto dove tutto arriva e può essere rielaborato”.

Proprio lì gli artisti spagnoli di maggior prospettiva trovarono un ambiente ideale per perseguire il loro principale obiettivo: raggiungere la maturità attraverso lo studio dei grandi maestri italiani di allora, da Michelangelo a Raffaello. In altre parole, ha spiegato Zezza nel corso della presentazione di ‘Un altro Rinascimento’, è come se a Napoli giovani pittori e sculturi iberici andassero a svolgere il loro “Erasmus”.

I principali artisti presenti nella mostra del Prado sono Pedro Fernández, Bartolomé Ordóñez, Diego de Siloe, Pedro Machuca e Alonso Berruguete. In tutto, nell’esposizione sono raccolte 75 opere, soprattutto dipinti e sculture, molte delle quali prestate da musei di diversi Paesi. Uno spazio privilegiato è però riservato alla Madonna del Pesce di Raffaello, quadro custodito proprio a Madrid e che, a suo tempo, fece “impazzire” i pittori attivi a Napoli all’epoca, secndo quanto ha spiegato Zezza.

In parole del direttore del museo Miguel Falomir, l’esposizione rappresenta “un piccolo miracolo” e mette in luce “l’importanza, ancora non risaltata a sufficienza, dell’esperienza napoletana per buona parte dei grandi artisti del Rinascimento spagnolo”. Tale aspetto, ha aggiunto, non era ancora stato esposto in nessuna mostra di questo tipo “né a Napoli, né in Spagna, né in nessun altro luogo”.

Da parte sua, il docente dell’Orientale di Napoli Riccardo Naldi, altro commissario dell’esposizione, ha sottolineato come la presenza spagnola a Napoli abbia “elevato enormemente la qualità” dell’ambiente locale, permettendo a molti dei protagonisti dell’epoca di “compiere passi da gigante” nel loro sviluppo artistico.

‘Un altro Rinascimento’ è stata realizzata in collaborazione con il Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli, e ha contato sulla coadiuvazione di Manuel Arias del Museo del Prado e il patrocinio della Fondazione BBVA. Nel 2023 verrà riallestita presso il Museo di San Martito, situato proprio nella città campana.

Francesco Rodella/Redazione Madrid

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