TORINO. – Ci pensa Vlahovic a rialzare la Juventus. Basta una zampata del serbo a 16 minuti dalla fine a decidere il derby della Mole, che si colora ancora una volta di bianconero. Il Torino colleziona un’altra sconfitta nelle stracittadine, sono 21 su 27 confronti nell’era Cairo, e allunga la striscia negativa in campionato: ora sono cinque le partite di fila senza successi, con un solo punto, quello del pareggio casalingo con l’Empoli. Troppa poca la forza d’urto dei granata, spesso bravi a manovrare ma poi inconcludenti negli ultimi 16 metri.
Per la Juve una boccata d’ossigeno ma ancora tanti errori che fanno arrabbiare Allegri. Il tecnico bianconero si aspetta una reazione dalla sua squadra, intanto torna al 3-5-2: il grande escluso nella retroguardia nella formazione titolare è capitan Bonucci, che lascia il posto all’ex Bremer insieme a Danilo e Alex Sandro. Cuadrado e Kostic fanno gli esterni a tutto campo, in mediana c’è Locatelli in regia con McKennie e Rabiot mezzali, in attacco niente Milik c’è Kean a far coppia con Vlahovic. Juric è senza prime punte, Sanabria è rimasto ai box e Pellegri è acciaccato ma in panchina, così si affida al tridente atipico con Vlasic supportato da Miranchuk e Radonjic.
Per le corsie sceglie Aina e Lazaro, in difesa c’è Schuurs tra Djidji e Rodriguez, mentre Lukic e Linetty giocano a centrocampo. Il popolo granata ricorda Gigi Meroni a 55 anni dalla tragedia, nel pre-partita viene esposta la sua maglietta numero 7 sul terreno del Grande Torino.
Poi si parte, anche se nei primi dieci minuti regnano paura e confusione, con le due squadre che non riescono a farsi male. Al 14′ il primo tiro in porta, è Miranchuk a tentare la conclusione ma trova la facile risposta di Szczesny. Per vedere la Juve bisogna aspettare il 34′, ma sono tre occasioni nel giro di pochi secondi: Vlahovic si presenta a tu per tu con Milinkovic-Savic e il portiere gli sbarra la strada, poi anche Locatelli e Rabiot vanno a sbattere contro l’estremo difensore serbo.
Sono le uniche emozioni, per così dire, dei primi 45 minuti derby, con le squadre di Juric e Allegri che commettono tanti errori tecnici e non riescono a trovare gli spazi per colpire. La ripresa comincia senza cambi, la Juve è decisamente più pericolosa: Djidji è costretto a chiudere in scivolata su un cross tagliato di Kostic, Milinkovic-Savic devia in angolo una conclusione di Locatelli da fuori area. Bremer si ferma per un fastidio e, accompagnato dai fischi assordanti dei suoi ex tifosi, lascia il posto a Bonucci.
E’ un secondo tempo diverso anche per il Toro, che ci prova prima con Vlasic e poi con Lazaro ma trova un attento Szczesny a respingere. La palla-gol più clamorosa, però, è ancora della Juve, con Kean che sul cross basso di Kostic non centra incredibilmente la porta da pochi passi. Il rischio di andare sotto non spaventa Juric, che anzi a venti minuti dalla fine si gioca la carta Pellegri al posto di Radonjic, mentre Allegri richiama Kean per lanciare Milik.
I bianconeri sbattono ancora contro Milinkovic-Savic su un colpo di testa di Vlahovic, ma dal calcio d’angolo seguente passano: la traiettoria di McKennie è allungata sul secondo palo da Danilo e il bomber serbo è appostato per appoggiare in rete. Juric rivoluziona il Toro con Zima, Singo e Karamoh, Allegri nel finale cerca ordine in mezzo al campo con Paredes.
Nei cinque minuti di recupero non succede più nulla, la Juve espugna ancora una volta il Grande Torino: Allegri ripartirà da questi tre punti per cercare la rinascita, mentre Juric si lecca le ferite per la quinta sconfitta nelle prime dieci giornate di campionato e per un’altra partita (la quarta) senza gol all’attivo.