L’inflazione si modera, ma i prezzi degli alimenti sono alle stelle

Cresce l'inflazione
Cresce l'inflazione a gennaio

MADRID — La curva dell’inflazione accentua a settembre la propria tendenza discendente iniziata ad agosto: dal 10,5% all’8,9%, secondo il dato definitivo pubblicato oggi dall’Istituto Nazionale di Statistica (INE). Tuttavia, mentre i prezzi di elettricità, carburanti e trasporti calano, quelli degli alimenti sono alle stelle: il tasso su base annua di questa categoria registra infatti un aumento del 14,4%, record dall’inizio della serie statistica corrispondente (1994). Un dato che si fa sentire nella quotidianità di molte famiglie, nonostante le varie misure per attutire gli effetti della crisi internazionale in corso già applicate dal governo. Che per ora, tra l’altro, non vede riflessi chiaramente nei sondaggi i frutti del tentativo di “proteggere la classe media e dei lavoratori”.

Confermando sostanzialmente quanto anticipato circa due settimane fa, l’INE spiega che sono stati propri i minori costi nell’ambito dell’energia e dei trasporti (non per ultimo, grazie a misure come gli abbonamenti gratis ai treni locali e regionali) a consentire un calo dell’inflazione. La discesa è addirittura leggermente più marcata di quanto calcolato inizialmente (8,9% e non 9%).

Ma se gli importi delle bollette — soggetti a massicci interventi pubblici da diversi mesi a questa parte — iniziano a dare tregua, i prezzi di prodotti come legumi, ortaggi, latte, formaggi, uova e carne sono su livelli da capogiro. Analizzando sub-categorie, si notano incrementi soprattutto per quanto riguarda alcuni di questi beni di consumo: i costi di olio e grassi, ad esempio, sono aumentati del 23,8% in un anno, mentre la farina del 39,4% e pasta e cuscus quasi del 30%.

Il caro-vita non interessa solo generi alimentari: anche l’abbigliamento, le calzature e i servizi ricreatiti o sportivi sono più cari (+3,9%, +2,6% e +2,1%, rispettivamente, in un mese).

Per il momento, gli interventi del governo — la cui previsione è che la tendenza discendente dell’inflazione continui nei prossimi mesi — restano più indirizzati sul fronte energetico che su quello degli alimenti. Proprio ieri, ad esempio, il premier Pedro Sánchez ha annunciato un nuovo pacchetto da tre miliardi per supportare diverse categorie di consumatori per quanto riguarda luce e riscaldamento. D’altro canto, la proposta avanzata alcune settimane fa dalla vicepremier Yolanda Díaz per incentivare un accordo con grandi catene di distribuzione su offerte di panieri con prezzi controllati non ha avuto sviluppi recenti.

Per il momento, i sondaggi pubblicati dai media non riflettono in modo evidente gli sforzi del premier e della sua squadra di governo per recuperare impulso elettorale dopo risultati negativi sia per il Partito Socialista, sia per Unidas Podemos (le due formazioni che compongono l’esecutivo): diversi continuano a dare in testa gli avversari del Partito Popolare.

Su questo aspetto, il presidente del Centro per le Ricerche Sociologiche José Félix Tezanos, spesso criticato dalla destra per i sondaggi dell’istituto pubblico che dirige, ha fornito tuttavia un’indicazione in controtendenza: nel prossimo “barometro” mensile, in uscita la settimana prossima, Sánchez sarà “chiaramente in testa” rispetto al leader popolare Alberto Feijóo, ha dichiarato oggi ai microfoni della radio Cadena Ser.

Redazione Madrid

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