Gas, la Spagna punta ad esportare all’Italia fino al 3% del suo fabbisogno

La vicepresidente e ministra Teresa Ribera

MADRID — La Spagna punta forte sulla propria capacità di esportazione di gas. E guarda proprio all’Italia come uno dei suoi principali mercati di riferimento per incrementare questo flusso. L’obiettivo è raccolto specificamente in un nuovo piano presentato dal governo di Pedro Sánchez per allineare il Paese alle mete di risparmio energetico fissate da Bruxelles in vista dell’inverno, vista la delicata situazione internazionale. Secondo il documento, la capacità di trasferimento di gas naturale liquefatto (Gnl) verso porti italiani potrebbe aumentare fino ai 2,4 miliardi di metri cubi all’anno, corrispondenti al 3% circa del fabbisogno dell’Italia.

Da tempo, i governi di entrambi Paesi hanno individuato nello sfruttamento di un “ponte” navale con imbarcazioni di piccola taglia il metodo più immediato per aumentare la capacità di trasporto di gas dalla Spagna all’Italia. Un modo con cui la prima, che può contare su numerosi impianti rigassificatori, punta a supportare l’Italia nel suo piano di diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico, vista la maggior dipendenza di Roma dal gas proveniente dalla Russia.

Ora, Madrid mette nel mirino un aumento della portata di questa capacità di esportazione. “La misura consiste nell’adattare, attraverso l’adeguamento di un secondo ormeggio, i porti di Barcellona e Cartagena affinché possano caricare Gnl piccole navi, consentendo che ormeggi più grandi restino liberi per altre operazioni”, si legge nel piano presentato oggi. “In questo modo, si potranno massimizzare le forniture destinate a Panigaglia e/o Livorno”.

In termini simili, il governo Sánchez punta anche ad incrementare del 18% i flussi verso la Francia, attraverso le “infrastrutture di interconnessione” esistenti: l’obiettivo, spiega il documento con le nuove misure, è di poter apportare al Paese confinante sino al 18% del suo fabbisogno.

Tali politiche si intrecciano con progetti a più lungo termine caldeggiati dal premier spagnolo: in primis, quello di costruire un nuovo gasdotto tra il proprio Paese e la Francia attraverso i Pirenei, un’idea su cui presto cercherá di convincere il sinora titubante presidente transalpino Emmanuel Macron, grazie anche al supporto del cancelliere tedesco Olaf Scholz. Un’altra iniziativa considerata plausibile da Madrid, anche se più complessa da realizzare, prevede la messa a punto di un condotto che connetta direttamente Spagna e Italia.

Nel frattempo, il governo spagnolo conta di poter ridurre entro marzo il consumo complessivo di gas almeno del 5%, ma puntando al 13,5%, secondo il nuovo piano di risparmio energetico, presentato oggi dalla vicepremier e ministra per la Transizione Ecologica Teresa Ribera. La richiesta di Bruxelles è di riuscire a tagliare i consumi almeno del 6,4%.

Per ottenere i risultati previsti, Madrid adotterà misure volte compatibilizzare risparmio ed efficienza energetica con la protezione “del confort delle famiglie” e “del tessuto produttivo”, ha spiegato Ribera. Alcuni dei provvedimenti in programma sono aiuti per l’installazione di “sistemi di climatizzazione rinnovabili” e di “contatori intelligenti di gas”, sostegni ad aziende, sostituzione di impianti di illuminazione pubblica, più bonus per pagare le bollette della luce e del gas destinati a famiglie vulnerabili, riduzioni fiscali per le comunità residenziali con caldaie collettive e campagne di sensibilizzazione sui vantaggi delle misure proposte.

Questo piano si sommerà al pacchetto presentato a inizio agosto, il quale prevedeva, tra altre cose, accorgimenti come limiti delle temperature in determinati spazi pubblici, per evitare sprechi di aria condizionata o riscaldamento, e dell’illuminazione notturna di vetrine commerciali e in locali dell’amministrazione statale.

F. R. / Redazione Madrid