MADRID — I volti nuovi provengono anche dall’orbita non secessionista. Il leader catalano, Pere Aragonès ha annunciato i nomi delle sette figure politiche chiamate a sostituire gli assessori legati al partito indipendentista Junts per Catalunya, che a fine settimana scorsa ha annnunciato la propria decisione di abbandonare il governo. Quasi tutti i selezionati provengono dalle aree del centro e della sinistra. L’incognita, ora, sarà saggiare la solidità dell’esecutivo di minoranza su cui punta il presidente regionale, a partire dallo scoglio più imminente, ovvero quello della legge di bilancio.
L’altresì esponente di Esquerra Republicana (Erc), formazione indipendentista moderata, ha pescato da tutte le principali sfere politiche con una certa affinità rispetto al proprio orientamento ideologico: tra i nuovi assessori ci sono sia persone legate a Erc, sia ex esponenti di Convergencia Demócratica de Catalunya, del Partito Socialista Catalano (PSC) e di Podem.
Nello specifico, i nomi delle persone scelte sono quelli di Natàlia Mas i Guix (Economia), Meritxell Serret i Aleu (Azione Esterna), Joaquim Nadal i Farreras (Ricerca e Università), Juli Fernández i Olivares, (Territorio), Manel Balcells i Díaz (Sanità), Carles Campuzano i Canadés (Diritti Sociali) e Gemma Ubasart i González (Giustizia).
Venerdì scorso, come prima reazione all’uscita dal governo di Junts (scontento della strategia dialogante seguita da Aragonès rispetto a Madrid), il leader catalano aveva affermato di essere aperto a nuove “complicità” pur di evitare elezioni anticipate in questo momento.
Essendo rimasto con l’appoggio parlamentare diretto di soli 33 deputati su 135, dovrà per forza sommare nuovi appoggi, per lo meno esterni: i principali indiziati per dargli una mano sono il Partito Socialista (33 seggi) ed Em Comú Podem (8 seggi).
Tuttavia, sottolinea la stampa catalana, il primo ostacolo da superare sarà quello dell’eventuale approvazione di una nuova finanziaria: in questo momento, il problema principale pare essere la reticenza di Erc a trovare un accordo per la sua approvazione con il, PSC, per il timore di dover cedere a questo partito uno spazio di governabilità di portata non auspicata.
Alternative potrebbero materializzarsi nella proroga dell’attuale legge di bilancio o nel raggiungimento, nonostante tutto di un’intesa con Junts.
Redazione Madrid