Il congedo di Draghi: “I governi passano, l’Italia resta”

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi con i suoi ministri sullo scalone di Palazzo Chigi.
Il Presidente del Consiglio Mario Draghi con i suoi ministri sullo scalone di Palazzo Chigi. (Ufficio Stampa della Presidenza del Consiglio)

ROMA. – Una foto di gruppo, sullo scalone di Palazzo Chigi. E un brindisi rapido, nella sala del Cdm, per un congedo “sobrio, modello Draghi”, scherzano i ministri. Si chiude così, almeno sul fronte delle riunioni di governo, l’esperienza di Mario Draghi alla guida del Paese. Diciotto mesi, venti oramai, in cui grazie al lavoro e all’impegno di tutti, ci tiene a sottolineare il premier, l’Italia è tornata a essere “protagonista in Europa e nel mondo”.

Il Consiglio dei ministri, con ogni probabilità l’ultimo salvo esigenze tecniche, è finito e il premier chiede a tutti di fermarsi per un saluto e un brindisi. lo stesso farà subito dopo il sottosegretario Roberto Garofoli con i capi di gabinetto e i capi degli uffici legislativi dei ministeri.

Il Cdm ha appena approvato il ddl delega che riordina le politiche per gli anziani non autosufficienti, uno dei 55 target del Pnrr da raggiungere di qui alla fine dell’anno. E ha dato il via libera anche al Documento programmatico di Bilancio, il documento già trasmesso a Bruxelles – per la prima volta con così largo anticipo sulla metà di ottobre – per non lasciare alcuna scadenza inevasa.

Certo, mancano le cifre della manovra, che sarà il nuovo governo a dover disegnare. Ma serve a favorire quella “transizione ordinata” su cui il premier è tornato a sollecitare la sua squadra, proprio per “permettere” a chi verrà di “mettersi al lavoro da subito”. E’ un dovere, dice Draghi, non solo per rispettare “le istituzioni di cui abbiamo fatto parte”. “Lo dobbiamo ai cittadini”, dice con insolita enfasi, perché “i governi passano” ma “l’Italia resta”.

Il capo del governo parla per l’ultima volta davanti ai suoi ministri, assente solo il titolare della Transizione ecologica Roberto Cingolani perché impegnato sul dossier energia in vista della ministeriale di domani a Praga e del Consiglio europeo del 20 e 21 ottobre, che sarà l’ultima apparizione internazionale di Draghi premier. Poi passerà il testimone “al nuovo esecutivo, espressione del risultato delle elezioni che si sono appena tenute”.

Un passaggio che archivierà “l’esperienza eccezionale” dell’unità nazionale, adottata in un momento di “crisi profonda” e proseguita per 18 mesi grazie a “maturità, senso dello Stato” e, riconosce il premier, “un bel po’ di pazienza”. P

andemia, crisi economica, energetica e pure il ritorno della guerra in Europa, sono le sfide che questo esecutivo si è trovato davanti e che sono state affrontate grazie “all’entusiasmo” e allo “spirito di collaborazione” tra ministri, con le istituzioni e con gli enti locali. E hanno portato risultati, dal Pnrr al “numero enorme di misure di sostegno economico” di cui andare fieri, certi che ora, ripete il premier, “altri sapranno completare” il lavoro fatto fin qui.

(di Silvia Gasparetto/ANSA)

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