Ue vara sanzioni a Mosca. Domani la Comunità Politica

STRASBURGO.  – L’Unione Europea ha raggiunto la quadra e varato l’ottavo pacchetto di sanzioni alla Russia in tempo per il primo summit della Comunità Politica Europea, che domani vedrà la luce a Praga.

I 27 portano dunque in dote la linea della fermezza agli altri partner che hanno confermato la presenza: tra questi anche l’Ucraina, che sarà rappresentata da Volodymyr Zelensky in collegamento da Kiev, come suo solito. La misura più eclatante è il price cap al petrolio marittimo, di fatto un allineamento alla posizione raggiunta al G7. Il Cremlino ha già reagito: smetterà di fornire il greggio ai Paesi che lo impongono.

La guerra ibrida, con gli addentellati sull’energia, dunque mcontinua e assume dinamiche sempre più complesse. La decisione dell’Opec+ di tagliare la produzione è stata ad esempio definita dalla Casa Bianca come “un allineamento” alla Russia dell’organizzazione – di cui peraltro Mosca fa parte – ed è un “errore”.

Il pacchetto europeo, varato dai rappresentanti permanenti e in via di pubblicazione sulla gazzetta ufficiale, per il resto rispecchia, in essenza, la proposta della Commissione. Ci saranno le limitazioni all’export di semiconduttori e altro materiale tecnologico nonché le armi da fuoco per uso civile. Ci sarà altresì una stretta sull’import dalla Russia per un controvalore di 9 miliardi di euro annui (ma i diamanti restano fuori, pare su richiesta del Belgio).

Altri Paesi hanno ottenuto dei ritocchi. Il blocco delle forniture di ferro e acciaio avrà ad esempio una finestra di applicazione più lunga (circa due anni) poiché alcuni Stati membri, tra cui l’Italia, erano fortemente dipendenti, anche in virtù del crollo delle esportazioni dall’Ucraina.

Ma in generale tra i 27 c’è “soddisfazione”. L’approvazione è avvenuta rapidamente ed è vista come “una risposta politica” ai referendum farsa e alla mobilitazione decisa da Putin: i nuovi nomi aggiunti alla lista nera dell’Ue, per dire, sono tutti legati alle consultazioni farlocche tenute nelle regioni occupate. L’Ue, banalmente, ci teneva ad arrivare al Summit della Comunità Politica avendo fatto i compiti a casa. Il format, come si sa, è ancora da inventare ma tutti gli invitati hanno risposto positivamente (manca la premier danese per crisi di governo).

Oltre ai 27 al castello di Praga siederanno la Gran Bretagna (che ha manifestato la volontà di ospitare il prossimo giro), la Turchia, i tre nuovi futuri membri Ucraina, Moldavia e Georgia, i Paesi dei Balcani occidentali (incluso il Kosovo), l’Armenia e l’Azerbaigian – in tutto 44 nazioni.

La discussione si articolerà in modo agile intorno a macro-filoni, come pace, sicurezza ed economia, e i leader saranno liberi di vedersi in bilaterali, se lo vogliono. Già si msa che il presidente azero e il premier armeno coglieranno l’occasione e sarà interessante vedere se altri “rivali”, come Belgrado e Pristina, seguiranno l’esempio.

L’alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, ha notato come l’Europa, stravolta dal conflitto in Ucraina, avrà bisogno di costruire una “nuova architettura di pace e di sicurezza” e che la Comunità Politica può essere una prima risposta, per andaré oltre l’Ue e la Nato. Ora come ora, naturalmente, la Russia non può che essere esclusa. Ma in futuro, dopo Putin, chissà.

(di Mattia Bernardo Bagnoli/ANSA).