Italia migliora su ambiente e salute, ma cresce povertà

Un'anziana rovistando tra i rifiuti del mercato di frutta e verdure. Povertà
Un'anziana rovistando tra i rifiuti del mercato di frutta e verdure.

ROMA.  – È un cammino sempre più in salita quello per raggiungere i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu. L’Italia, e non solo, è in ritardo.

Se da un lato, nel lungo periodo, il nostro Paese registra un miglioramento per otto obiettivi, tra i quali salute e ambiente, dall’altro aumenta la povertà e la crisi sistemica del modelo di sviluppo dominante, accelerata dalla pandemia, dalla guerra in Ucraina e dai cambiamenti climatici, sta aumentando le disuguaglianze sociali.

A delineare luci e ombre dello scenario attuale è il Rapporto annuale dall’ASviS, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, presentato in occasione del Festival dello sviluppo sostenibile.

Tra il 2010 e il 2021 l’Italia ha fatto registrare miglioramenti in otto “Goal” dell’Agenda 2030: alimentazione e agricoltura sostenibile, salute, educazione, uguaglianza di genere, sistema energetico, innovazione, consumo e produzione responsabili, lotta al cambiamento climatico. Si registra invece un peggioramento per cinque obiettivi: povertà, acqua, ecosistema terrestre, istituzioni solide e cooperazione internazionale.

Tuttavia, restringendo l’analisi all’ultimo biennio, ci si accorge di come il Paese non abbia ancora superato gli effetti negativi causati dalla crisi pandemica. In questo arco di tempo, infatti, si segnalano passi avanti solo in due obiettivi: il sistema energetico e la condizione economica e occupazionale, per altri due, alimentazione e agricoltura sostenibile e lotta al cambiamento climatico, viene confermato il livello del 2019, mentre per tutti i restanti obiettivi dell’Agenda 2030 il livello nel 2021 è al di sotto di quello del 2019.

“Il tempo a nostra disposizione sta finendo”, avvertono i presidenti dell’ASviS Marcella Mallen e Pierluigi Stefanini. “Dal 2019 al 2021 – sottolinea Mallen – registriamo un aumento delle disuguaglianze di reddito, una crescente difficoltà del sistema sanitario di rispondere alle esigenze dei cittadini e un arretramento degli indicatori ambientali. L’urgenza di costruire un modello di sviluppo realmente sostenibile ci impone di dare una svolta radicale al nostro modo di abitare la Terra”.

Per Stefanini “la frattura della pandemia, le guerre e gli scenari geopolitici mondiali, insieme al nuovo corso político che si apre in Italia ci impongono di ripensare e cambiare passo. Occorre un grande cambiamento, anche culturale, che debe essere innescato dalla politica e dalle istituzioni, realizando tra l’altro le proposte del decalogo promosso dall’ASviS”, che l’associazione ha presentato a tutte le forze politiche.

Di fronte alle ricadute economiche e alle incertezze causate dalla guerra “il più grande errore è quello di abbandonare il sentiero verso una maggiore indipendenza energetica, grazie alle rinnovabili e a un rinnovato spirito di collaborazione, attraverso regole comuni sul commercio internazionale”, mette in guardia il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini. Anzi, sottolinea Giovannini, “questa ennesima crisi deve farci rimbalzare avanti verso un sentiero di sviluppo sostenibile”, attraverso anche risposte “forti e comuni” dell’Ue nella strategia di rafforzamento economico ed energetico.

(di Marco Assab/ANSA).