Lavoro: a settembre 17.000 disoccupati in più, ma anche nuovi posti creati

MADRID — Più disoccupati, ma anche nuovi posti di lavoro creati. Settembre si chiude come un mese in cui l’andamento del mercato del lavoro spagnolo mostra segnali di “resistenza” nonostante “l’incerto” panorama internazionale, secondo il governo del premier Pedro Sánchez. Un’analisi condivisa, in buona sostanza, anche da sindacati e industriali. Tuttavia, i segnali di rallentamento dell’economia in arrivo, messi in luce dalle correzioni al ribasso delle previsioni sulla crescita per il 2023, suscitano più di una mostra di inquietudine.

Secondo  i dati del Ministero del Lavoro, durante il mese scorso si è verificato un aumento delle persone disoccupate (+17.679). Tuttavia, si tratta di un incremento più moderato rispetto alla media per settembre negli ultimi anni pre-pandemia. E va tenuto in conto, ha aggiunto il  segretario di Stato per il Lavoro Joaquín Pérez Rey, che questo periodo viene fortemente caratterizzato da due fattori “stagionali”: la fine di attività economiche prettamente estive e l’iscrizione agli uffici impiego di neo-laureati o neo-diplomati in cerca di una prima esperienza.

Dal canto suo, il Ministero della Previdenza Sociale segnala che sono stati registrati 29.286 posti di lavoro in più rispetto a quelli attivi ad agosto, 51.079 in termini destagionalizzati. Dati “molto positivi” che, insieme ad alcuni altro, danno mostra di un “dinamismo enorme del mercato del lavoro e di una resilienza straordinaria dell’economia spagnola in un contesto inflazionista internazionale complesso”, secondo quanto dichiarato dal ministro José Luis Escrivá ad Antena 3.

Un aspetto su cui mettono l’accento sia il governo, sia le parti sociali è il fatto che, dei nuovi contratti di lavoro firmato, quasi la metà è a tempo indeterminato. “In generale, i dati del mercato del lavoro sono buoni e mettono in luce lo sforzo delle aziende per mantenere e creare nuovi posti”, è ad esempio il commento della Ceoe, ovvero la Confindustria spagnola.

Tuttavia, negli ultimi mesi è stata registrata una certa tendenza al “rallentamento” economico, fanno notare gli industriali. È proprio notizia di ieri, ad esempio, il ritocco al ribasso della previsione di crescita del governo per il 2023: dal 2,7% al 2,1%. “Ciò che importa è la tendenza, e la tendenza mette in evidenza che sono in arrivo tempi non semplici”, ha dichiarato oggi il presidente della Ceoe Antonio Garamendi, in un evento organizzato da El Mundo, ripreso tra gli altri da RTVE.

“Non è il momento per l’auto-compiacimento”, ha affermato nello stesso contesto Pepe Álvarez, segretario generale di UGT. “Gli ultimi dati invitano il governo a lavorare per creare posti di lavoro”.

Redazione Madrid

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