Colombia-Usa: confronto fra Petro e Blinken su narcotraffico

Petro e Blinken durante la conferenza stampa. (Ansalatina)

BOGOTÁ. – Al termine di un colloquio a Bogotà con il presidente colombiano Gustavo Petro, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha dichiarato che gli Usa rispettano la sovranità della Colombia riguardo alla scelta di non estradare i trafficanti di droga che cooperino con la giustizia, ma ha avvertito che questa decisione non fermerà l’azione di Washington di contrasto del narcotraffico internazionale.

“Continueremo a lavorare su questo tema – ha detto Blinken – e in un modo molto specifico: i sistemi continueranno a funzionare, continueremo a indagare, a cercare di perseguiré coloro che infrangono le nostre leggi e a lavorare sulle estradizioni”.

Il capo della diplomazia statunitense, arrivato ieri nella capitale colombiana, prima tappa di una visita in tre Paesi latinoamericani (Colombia, Cile e Perù), ha sottolineato che “rispettiamo le decisioni sovrane della Colombia”, ricordando però i benefici prodotti dalle estradizioni per entrambe le Nazioni.

“La nostra convinzione – ha ancora detto – è che esse hanno giovato a Stati Uniti e Colombia, beneficiando alla giustizia e alle vittime della criminalità transnazionale. Sono state – ha proseguito – uno strumento importante per aiutare a smantellare le organizzazioni criminali, vere e proprie multinazionali”.

Petro ha illustrato il suo progetto di disattivazione del narcotraffico, che consiste nel non firmare l’estradizione negli Usa dei boss mafiosi che accettino la sua proposta di “pace totale”, mentre chi persevera nel crimine sarà estradato.

Il capo dello Stato ha infine ribadito che durante il suo governo non ci sarà la distruzione delle piantagioni con glifosato, ma che continuerà l’eradicazione manuale.

“Riguardo alla lotta al narcotraffico – ha concluso Blinken – sosteniamo con forza l’approccio olistico che il presidente Petro sta adottando, attraverso giustizia, sviluppo, tutela dell’ambiente e riduzione di domanda e offerta”.

Il presidente colombiano ha poi definito i una “ingiustizia” il fatto che Cuba sia stata inclusa nella lista Usa delle Nazioni che non collaborano alla lotta al terrorismo.

In conferenza stampa Petro ha confermato di aver affrontato la questione con Blinken, e di avere discusso con lui la questione dell’atteggiamento cubano nei confronti della guerriglia dell’Esercito nazionale di liberazione (Eln).

Cuba, ha detto, era uno dei garanti del processo di pace aperto in passato dal governo colombiano con l’Eln. Una delegazione della guerriglia si trovava a L’Avana quando, dopo un attentato ad una scuola di polizia che causò la morte di 23 persone, il presidente  Iván Duque chiese l’estradizione di vari membri di essa.

Cuba rifiutò le richieste di Bogotá, sostenendo che nel suo ruolo di ospite dei colloqui di pace doveva rispettare i protocolli di sicurezza concordati in caso di rottura dei colloqui che permettevano ai delegati dell’Eln di tornare in clandestinità.

Questa sarebbe stato il pretesto per spingere gli Usa ad includere l’isola caraibica nella lista dei Paesi che non collaborano nella lotta al terrorismo.

Petro ha chiarito a Blinken che l’atteggiamento della sua amministrazione nei confronti dell’Eln è cambiato nella speranza di rilanciare l’accordo di pace, per cui il governo cubano ha ora autorizzato la delegazione della guerriglia a trasferirsi in Venezuela.

Blinken ha ascoltato le ragioni del capo dello Stato colombiano, ma ha risposto che gli Usa hanno per il momento sufficienti argomenti per mantenere Cuba nella lista anti-terrorismo.

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