Cresce la flotta Ong, 10mila migranti salvati quest’anno

La Ocean Viking, la nave umanitaria di Sos Méditerranée,
La Ocean Viking, la nave umanitaria di Sos Méditerranée, che aveva lanciato un appello urgente per "un porto sicuro" ha attraccato con 306 migranti da 11 giorni a bordo al porto di Pozzallo (Ragusa), 6 luglio 2022. ANSA/ GIANFRANCO DI MARTINO

 

ROMA. – La Louise Michel è in attesa di un porto con 88 migranti (68 minori) soccorsi ieri su un gommone, mentre si avvicinava minacciosamente una motovedetta libica. La Geo Barents di Medici senza frontiere è appena arrivata a Taranto con 76 naufraghi. La Open Arms Uno ne ha portati 402 a Messina lo scorso 22 settembre e lo stesso giorno la Humanity Uno ha attraccato a Taranto con 398 a bordo.

Sono settimane di superlavoro per la flotta umanitaria che nei primi 9 mesi di quest’anno ha già trasportato in Italia 10mila migranti, contro i 6mila dello scorso anno. E si profila un periodo di contrapposizioni con l’insediamento del nuovo Governo di centrodestra, che ha promesso la linea dura sull’immigrazione.

Peraltro, dalle ong non arrivano certo segnali distensivi. Dalla Louise Michel – finanziata anche dall’artista Banksy, batte bandiera tedesca – spiegano che “mentre i fascisti si stanno affermando in Italia ed altrove, la solidarietà e l’azione antifascista è oggi più importante che mai”. La Sea Watch 3, sempre tedesca, è stata sottoposta a fermo amministrativo venerdì scorso a Reggio Calabria dopo un’ispezione della Guardia costiera.

“Il Governo italiano – attacca la ong – continua la sua politica di deterrenza” e “la nostra risposta sarà la Sea Watch 5, che salperà tra qualche mese: una nave più veloce, più grande (potrà ospitare fino a 500 persone), più efficiente”. Sos Humanity, che gestisce la Humanity Uno (tedesca), ha fatto sapere di “essere profondamente preoccupata, come organizzazione civile di soccorso in mare, per l’alleanza di destra che sarà al Governo in Italia e che vuole attivamente prevenire l’immigrazione. Durante la campagna elettorale è diventato molto chiaro che i diritti umani e dei rifugiati internazionali non contano e che le organizzazioni non governative di ricerca e soccorso sono minacciate di un blocco massiccio”.

Si contano almeno sette navi ong operative nel Mediterraneo Centrale, dato in aumento. I loro salvataggi rappresentano però solo una quota minoritaria degli arrivi complessivi che quest’anno sono 71mila, il 65% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno ed è stato già superato il totale dell’intero 2021 (67mila). La metà dei migranti approdati nei primi 9 mesi del 2022 è stata soccorsa in mare (oltre alla quota ong, vanno considerati gli interventi di Guardia costiera, Guardia finanza, Marina e mercantili civili); gli altri 35mila sono sbarcati autonomamente.

Numeri imponenti, dunque, che riflettono lo stato di crisi dei Paesi di partenza, Libia e Tunisia soprattutto. Si vedrà come si muoverà il prossimo inquilino del Viminale. Giorgia Meloni ha parlato spesso di blocco navale, mentre Matteo Salvini ha rilanciato la sua politica dei porti chiusi e dei decreti sicurezza approvati da ministro dell’Interno.

Proprio per uno dei suoi bracci di ferro imposti con una ong, la spagnola Open Arms, il leader leghista è sotto processo a Palermo. Con la flotta delle ong più agguerrita che mai potrebbe dunque profilarsi una nuova stagione di scontri sui salvataggi. E poi ci sono altri numeri da considerare, quelli di chi non ce la fa ad entrare in Europa: sono 1.088 i morti nel Mediterraneo nel 2022, quasi 25mila dal 2014.

(di Massimo Nesticò/ANSA)

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