Battisti “declassificato”, fuori da alta sicurezza. FdI e Lega all’attacco

L'arrivo a Ciampino del terrorista Cesare Battisti scortato dalla Polizia.
L'arrivo a Ciampino del terrorista Cesare Battisti scortato dalla Polizia. ANSA/ETTORE FERRARI

ROMA. – Da qualche giorno Cesare Battisti, l’ex terrorista dei Pac a lungo latitante fino al suo arresto in Bolivia nel 2019, non è più un detenuto in alta sicurezza, ma è stato “declassificato”. La decisione è stata presa dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, senza passare dal livello politico, ed è arrivata con il parere favorevole della procura di Milano, dopo una serie di valutazioni sull’attualità o meno sulla pericolosità.

Ma ciò non ha evitato le polemiche: è l'”ultimo soccorso al terrorismo rosso”, secondo Fratelli d’Italia, che ha annunciato un’interrogazione parlamentare. L’alta sicurezza dove si trovava Battisti è una sezione del carcere in cui sono detenuti i condannati per reati di tipo associativo, sottoposti ad una sorveglianza più stretta rispetto ai detenuti comuni.

Il cambio del regime carcerario non incide però sulla pena – Battisti continuerà a scontare l’ergastolo – o sui benefici carcerari, che competono alla magistratura. Era stato lo stesso ex terrorista a sollecitarlo, ribadendo la volontà “di scontare la pena positivamente e costruttivamente”.

Il provvedimento del Dap gli è stato notificato nel carcere di Ferrara, dove si trova dal giugno 2021 in regime di semi-isolamento, e dal quale potrebbe ora essere trasferito a Parma. Il percorso che ha portato alla decisione – che è amministrativa e non coinvolte il livello politico – parte a maggio.

La procura di Milano, dopo una richiesta sul punto da parte del Dap, risponde con un parare favorevole: evidenzia “l’assenza di rischio proselitismo” e il percorso di “rivalutazione critica dei reati”; che i Proletari armati per il comunismo non sono più presenti in Italia dall’ ’80 e che Battisti, arrestato dopo 37 anni di latitanza, negli interrogatori del marzo 2019, davanti al capo del pool antiterrorismo Alberto Nobili, ha confessato gli omicidi commessi e ha manifestato la sua totale dissociazione dal suo passato nel gruppo armato.

Né può essere un elemento che può portare a negare la declassificazione, ha detto ancora la procura di Milano, il fatto che uno degli ex Pac, Luigi Bergamin, si trovi ancora in Francia in attesa di essere estradato in Italia (le autorità francesi nei mesi scorsi hanno negato la consegna). Ora dunque, come la gran parte degli altri detenuti, Battisti sconterà la pena in regime di media sicurezza.

Ma in qualche modo non sarà un detenuto comune, perché l’Ufficio massima sicurezza del Dap – lo stesso che ha firmato il provvedimento – continuerà ad averlo in gestione. “Battisti continua a scontare l’ergastolo, non c’è alcun problema di pena o di vittime – precisa il suo avvocato, Davide Staccanella – È stata emendata una classificazione che non aveva ragion d’essere, era fatta per l’attualità della necessità di sorveglianza. Ma l’ultimo fatto lo ha commesso nel 1979… O vogliamo dire che ha bisogno della sorveglianza speciale perché dalla cella non riprenda la lotta armata?”.

Per Maurizio Campagna, fratello di Andrea, l’agente ucciso da Cesare Battisti il 19 aprile del 1979 a Milano, “basta che sconti la pena che gli è stata inflitta per i reati che ha commesso”. Non la pensa così invece Alberto Torregiani, figlio del gioielliere ucciso sempre nel ’79 da Battisti. “E’ spudorato e fuori da ogni logica” accettare la sua richiesta, dice, “non sono d’accordo. Poi farà altre richieste che potrebbero venire approvate, come quella del lavoro sociale prima in carcere e poi all’esterno.

E anche per Andrea Delmastro Delle Vedove, responsabile giustizia di Fratelli d’Italia, il provvedimento è “una vergogna”: “dopo anni di latitanza, appena assaggiato il regime carcerario italiano il criminale terrorista ottiene la declassificazione a detenuto comune”. Sempre FdI con il deputato Galeazzi Bignami, annuncia un’interrogazione parlamentare: “Il suo trasferimento in regime comune a Parma va bloccato”. “In scadenza di legislatura c’è chi ha pensato bene di agire celermente in favore del ‘compagno Battisti'”, attacca il parlamentare della Lega Jacopo Morrone.

(di Melania Di Giacomo/ANSA)