Covid: mascherine in ospedale, ma non sugli autobus. Salgono i casi

Operatori sanitari, che indossano tute protettive mediche e mascherine, al lavoro nella terapia intensiva dell'Ospedale Sant'Orsola di Bologna,
Operatori sanitari, che indossano tute protettive mediche e mascherine, al lavoro nella terapia intensiva dell'Ospedale Sant'Orsola di Bologna, 12 novembre 2020. ANSA/Max Cavallari

ROMA. – Mascherine sul volto ancora per un mese negli ospedali e Rsa. Obbligo abolito, invece, sui mezzi di trasporto a partire dall’inizio di ottobre. E’ la linea decisa dell’esecutivo, che ha prorogato di 30 giorni l’utilizzo del dispositivo di protezione nelle strutture sanitarie. Una decisione, quella di prorogare l’obbligo nei nosocomi, che vede d’accordo medici e sanitari mentre continua la crescita dei contagi da Covid-19 in tutte le Regioni italiane: negli ultimi 7 giorni si è infatti registrato un balzo del +34%. Ed anche a livello europeo, avverte l’Oms, frena la discesa casi con un -1% negli ultimi 7 giorni.

Dovranno dunque continuare ad indossare la mascherina lavoratori, utenti e visitatori delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e RSA (Residenze sanitarie assistenziali) per anziani, gli hospice e le strutture riabilitative. Il ministro della Salute Roberto Speranza, secondo quanto si apprende, firmerà oggi l’ordinanza di proroga di un mese. Stop alle mascherine, invece, su bus e treni.

Sul fronte dell’andamento epidemiologico si registra tuttavia un nuovo aumento dei contagi e dei ricoveri, come evidenzia l’ultimo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe relativo alla settimana 21-27 settembre: i nuovi casi sono saliti del 34% in una settimana ed i ricoveri ordinari segnano un +4,5% sempre nell’arco di sette giorni. In calo, invece, le terapie intensive (-14,7%) e i decessi (-8,1%).

L’incremento dei casi riguarda tutte le Regioni, dal +5,9% della Sicilia al +50,9% del Veneto. Anche le analisi del matematico Giovanni Sebastiani, del Consiglio Nazionale delle Ricerche, indicano che i casi di Covid in Italia sono entrati in una fase di crescita accelerata e la curva dei ricoveri nei reparti ordinari ha ripreso a salire. La crescita accelerata dei casi, precisa, si rileva in 102 delle 107 province italiane, con valori dell’incidenza che, per 42 di esse, negli ultimi sette giorni sono aumentati di almeno il 50%.

Per quanto riguarda i ricoveri invece, sottolinea, “si prevede che anche la curva dell’occupazione delle terapie intensive termini la fase di decrescita entro 7-10 giorni”. Il dato negativo, è la previsione del matematico, è che “ci si aspetta un ulteriore contributo non trascurabile alla diffusione del virus dall’imminente fine dell’obbligo di indossare la mascherina all’interno dei mezzi pubblici”.

Rispetto alle vaccinazioni, poi, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi non decolla, attestandosi, afferma Gimbe, al 17%. Tuttavia, secondo i dati dell’Unità per il completamento della campagna vaccinale guidata dal Generale Petroni, negli ultimi giorni aumentano le dosi di vaccino somministrate con numeri giornalieri che non venivano raggiunti da settimane.

Nella giornata del 28 settembre sono state infatti somministrate 22.914 dosi, cifra record da settembre. Anche i dati giornalieri del ministero della Salute confermano numeri in salita: sono 37.522 i nuovi contagi nelle ultime 24 ore (ieri 36.632), mentre le vittime sono 30 rispetto alle 48 di ieri. Il tasso di positività è al 18,9% (ieri era al 18,4%). Negli ospedali, sono 141 i ricoverati in terapia intensiva, due in più di ieri, mentre i ricoverati nei reparti ordinari sono 3.849, ovvero 134 in più.

Un quadro a fronte del quale Gimbe chiede al nuovo governo “raccomandazioni chiare” su come affrontare questa nuova fase. Intanto, le Regioni si preparano all’avvio da ottobre della campagna vaccinale antinfluenzale con la possibilità, quest’anno, di somministrare nella stessa seduta sia il vaccino contro l’influenza sia quello anti-Covid. In almeno la metà degli studi dei medici di famiglia, afferma la Società italiana di medicina generale (Simg), le prenotazioni per gli antinfluenzali sono già al completo e quest’anno sono attesi almeno 6-7 milioni di casi di influenza vista la scarsa circolazione dei virus stagionali durante la pandemia.

Consiglia fortemente la co-vaccinazione l’infettivologo Massimo Andreoni: “Non ci sono controindicazioni; anzi, è stato dimostrato – afferma – che la vaccinazione con due vaccini contemporaneamente stimola meglio il sistema immunitario”.

(di Manuela Correra/ANSA)