Pil frena nel 2023, dal deficit “tesoretto” di 10 miliardi

Il ministro dell'Economia Daniele Franco
Il ministro dell'Economia Daniele Franco. (ANSA)

ROMA. – Un’economia che cresce quest’anno più del previsto, ma che sarà in brusca frenata l’anno prossimo. Con il calo del debito, dell’inflazione e soprattutto del deficit, che consegna un “tesoretto” prezioso per il nuovo governo.

É la fotografia “tendenziale” che il governo uscente di Mario Draghi consegna al prossimo esecutivo. Un quadro aggiornato solo a legislazione vigente, che tuttavia evidenzia come, nonostante il “contesto difficile”, ci sono spazi per superare gli obiettivi.

Ed è da questa base che la coalizione di centrodestra guidata da Giorgia Meloni inizierà il proprio lavoro per costruire di qui in avanti le scelte di politica economica. Terreno su cui il nuovo governo sembra intenzionato a cimentarsi in fretta, con un nuovo decreto energia possibile forse già prima della manovra, per garantire sostegno a famiglie e imprese.

Il nuovo quadro macroeconomico fornito dalla Nadef approvata dal Consiglio dei ministri è insolitamente solo a metà: vista la contingenza della nascita del nuovo governo, infatti, contiene solo la parte tendenziale, e non quella programmatica, con gli effetti della manovra di bilancio, che viene demandata al prossimo esecutivo.

I numeri certificano un Pil che migliora quest’anno al +3,3% (dal +3,1% delle stime di aprile) grazie alla crescita superiore al previsto del primo semestre e nonostante la lieve flessione della seconda metà dell’anno. Ma a “subire gli effetti dell’indebolimento del ciclo internazionale ed europeo” sarà il 2023, con una brusca frenata al +0,6% (dal +2,4% nel Def). In discesa il deficit, che cala al 5,1%: un obiettivo inferiore di 0,5 punti rispetto al 5,6% fissato nel Def e già autorizzato dal Parlamento, che lascia uno spazio di manovra tra 9 e 10 miliardi al nuovo governo per un eventuale nuovo decreto.

Cala anche il debito, che imbocca un percorso di discesa (145,4% del Pil quest’anno e 143,2% il prossimo) che lo porterà nel 2025 sotto quota 140% (al 139,3%). E nonostante la Nota fotografi un rialzo del sentiero dell’inflazione, resta la previsione che il tasso comincerà “a scendere entro la fine di quest’anno”.

Previsioni improntate ad un “approccio prudenziale”, spiega il ministro dell’economia Daniele Franco che nella premessa alla Nadef usa per definire i dati un aggettivo sicuramente molto pesato: “rassicuranti”. Già perchè non si nasconde che quello attuale è un “contesto difficile”, ma si evidenzia anche che ci sono “margini” per fare meglio. Nel corso del cdm è emersa una certa soddisfazione per i risultati di questo anno e mezzo di governo, con 6 trimestri consecutivi di crescita, ma non ci si è nascosti la preoccupazione per lo scenario che si prospetta “difficile”.

“Il Governo conclude il suo operato in una fase assai complessa”, ma “con evidenti segnali di ritrovato dinamismo per l’economia italiana”, sintetizza Franco, esprimendo un auspicio che è un messaggio: ora avanti perché la ripresa economica “prosegua e si consolidi”.

Davanti ci sono mesi “complessi”, tra i rischi geopolitici e il probabile permanere dei prezzi dell’energia su livelli elevati, ma le risorse senza precedenti per rilanciare gli investimenti (si legga Pnrr) “potranno dar luogo a una crescita sostenibile ed elevata”. A porre rischi è anche il rialzo di tassi e rendimenti, che se risparmierà il 2022, è destinato a ad avere un importante impatto negativo sul Pil nel 2023 (con una spesa per interessi verso il 3,9%).

Sulla base di queste previsioni, ora la palla passa alla coalizione di centrodestra, che non perde tempo. Per la manovra ci sono già stati i primi contatti al Tesoro e si guarda già alle prossime mosse. A partire da un possibile nuovo decreto energia, un’urgenza ancor più impellente alla luce delle ultime previsioni sull’aumento delle bollette (+60% per la luce nel prossimo trimestre secondo Nomisma).

Solo per replicare a dicembre quanto fatto per ottobre-novembre sul fronte aiuti, servirebbero 4,7 miliardi. Resta anche da prorogare lo sconto benzina (in scadenza a fine ottobre), che costa circa 1 miliardo al mese. Ma altri interventi potranno prendere forma. Lo spazio per farlo ora c’è.
(di Enrica Piovan/ANSA).

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