Più potere al principe saudita bin Salman, ora è premier

Primo piano del principe ereditario dell'Arabia Saudita, Mohammad bin Salman. Khashoggi
Il principe ereditario dell'Arabia Saudita, Mohammad bin Salman. EPA/ALEXEI DRUZHININ/SPUTNIK/KREMLIN / POOL

ROMA. – Il controverso principe ereditario saudita Mohammed bin Salman è da oggi ancora più potente: suo padre, l’86enne re Salman, ha disposto un rimpasto di governo in cui lo ha nominato primo ministro, una carica che nel regno viene tradizionalmente ricoperta dal sovrano stesso.

Il principe lascia quindi la carica di ministro della Difesa, a suo fratello minore, Khalid bin Salman, mentre il rimpasto non riguarda gli altri ministri più importanti, tra cui quelli di Energia, esteri ed interni, che rimangono al loro posto.

Mohammed bin Salman, 37 anni, anche noto come MbS è príncipe ereditario dal 2017 ma è in realtà il sovrano de facto del regno petrolifero del Golfo già da diversi anni, anche a causa delle malandate condizioni di salute di suo padre, asceso al trono nel 2015.

La sua autorevolezza sullo scacchiere internazionale ha però subito un duro colpo dopo che è stato accusato da più parti di aver ordinato lo spietato assassinio del giornalista oppositore Jamal Khashoggi, avvenuto nel 2018 nel consolato saudita ad Istanbul: accusa da lui sempre respinta, ma avallata dagli alleati americani in un rapporto della Cia.

Le cose per lui sul fronte estero hanno pubblicamente iniziato ad andare meglio solo nel giugno scorso, anche grazie alla crisi energetica causata dalla guerra in Ucraina, quando il principe è stato nuovamente accolto ad Ankara sul tappeto rosso da uno dei suoi più duri critici, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, mentre Turchia e Arabia Saudita, secondo quanto affermato in un comunicato ufficiale, hanno ritrovato la loro “fratellanza storica”.

Un mese dopo, anche il presidente americano Joe Biden ha di fatto messo da parte le accuse e, in un viaggio a Riad, dopo aver stretto calorosamente la mano a re Salman, ha scambiato un silenzioso saluto con il principe, limitandosi a battere il suo pugno.

Un escamotage che non gli è però bastato a salvarlo da apre critiche, negli Stati Uniti e non solo. Ma ancora, pochi giorni dopo, il principe è stato accolto con tutti gli onori anche all’Eliseo dal presidente francese Emmanuel Macron, che a sua volta è stato criticato da varie parti, a cominciare dalle organizzazioni per la difesa dei diritti umani, come Amnesty International.

Sembrava tuttavia che di fatto “la questione Khashoggi” fosse stata archiviata, quando è invece emerso che l’annunciata visita di condoglianze dell’uomo forte di Riad a Londra in occasione della morte della regina Elisabetta II era stata cancellata, così come la sua eventuale partecipazione alle esequie. La nomina di oggi, tuttavia, dovrebbe dare ora una ulteriore pragmatica spinta alla sua “riabilitazione”.

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