Cuba dice sì ai matrimoni e alle adozioni gay

Due coppie dello stesso sesso si baciano dopo la cerimonia del matrimonio in Taiwan.
Due coppie dello stesso sesso si baciano dopo la cerimonia del matrimonio. Immagine di archivio .(ANSA/AP Photo/Johnson Lai)

L’AVANA.  – “L’amore è legge”. Con un “Sì”, il popolo cubano ha fatto la rivoluzione della famiglia sull’isola, scegliendo di dare al Paese il matrimonio egualitario, le adozioni per le coppie omosessuali e la maternità surrogata.

Una svolta, che i cittadini hanno potuto imprimere col voto in un inedito referendum dove due elettori su tre hanno dato il proprio consenso al nuovo Codice della Famiglia, chiudendo un percorso di riforma durato anni e trasformando l’isola in uno dei Paesi più progressisti in materia in America Latina.

Ma mentre il governo canta vittoria per un “Sì” che aveva fortemente sponsorizzato, deve anche riflettere sul segnale dato dal significativo astensionismo: un cubano su quattro ha infatti deciso di non votare, in una scelta promossa dagli oppositori per protestare contro l’Esecutivo e la crisi economica e sociale che sferza il Paese.

Ad annunciare i risultati preliminari, ma “validi e irreversibili”, è stata la presidente del Consiglio elettorale nazionale, Alina Balseiro. Hanno partecipato al voto 6.251.786 cubani, pari al 74.01% degli elettori registrati. Bastava il 50%+1 per approvare la riforma, e con 5,89 milioni di schede valide, i voti a favore del “Sì” sono stati 3.936.790, pari al 66,87%. A favore del “No” sono andati 1.950.090 voti, pari al 33,13%.

Quello di domenica è stato il primo plebiscito di questo genere a Cuba, che aveva vissuto finora solo referendum di natura costituzionale. Con la vittoria del “Sì”, il nuovo Codice della Famiglia andrà a sostituire il precedente testo del 1975, introducendo il matrimonio tra persone dello stesso sesso e le adozioni per coppie omosessuali. Il codice disciplina la maternità surrogata e porta novità nel contrasto alla violenza di genere, insieme al divieto del matrimonio infantile. Prevede inoltre il trasferimento della “responsabilità genitoriale” dei minori agli anziani, cosa fondamentale per l’isola, terra di emigrazione. Inoltre, rafforza i diritti dei bambini, degli anziani e dei disabili, tra le novità.

Con il risultato referendario si chiude un percorso nato con la Costituzione del 2019 e passato attraverso l’approvazione della riforma da parte dell’Assemblea nazionale (Parlamento) lo scorso luglio, dopo tre mesi di consultazioni popolari. In un Paese dove i diritti civili sono un tema difficile da affrontare, quello delle rivendicazioni Lgbt è un argomento sensibile, con una società ancora segnata dal machismo e il cui governo comunista ha ostracizzato gli omosessuali negli anni ’60 e ’70, prima di fare ammenda. E non tutti hanno visto di buon occhio il nuovo Codice della Famiglia, che sin dalla sua proposta ha portato con sé controversie e polemiche.

I gruppi religiosi e la Chiesa hanno espresso il loro rifiuto ad accettare novità come i matrimoni e le adozioni gay, e persino alcuni membri della comunità Lgtb hanno criticato l’idea che i loro diritti dovessero essere riconosciuti con un referendum. Nelle scorse settimane, i dissidenti hanno promosso un astensionismo che ieri ha caratterizzato il voto: il 74% è infatti un dato di affluenza ben più basso dei due precedenti plebisciti costituzionali: nel 2019, quando la partecipazione fu dell’84,4%, e nel 1976, quando l’affluenza raggiunse il 98%.

Ma l’astensione non sembra preoccupare al momento L’Avana, che in questi mesi ha portato avanti una massiccia campagna per approvare la riforma del Codice della Famiglia e che vede questa vittoria come una “rivoluzione” per il Paese. “Ha vinto il Sì, giustizia è stata fatta”, ha scritto il presidente Miguel Diaz-Canel su Twitter. “Approvare il Codice della Famiglia significa rendere giustizia. É saldare un debito con diverse generazioni di uomini e donne cubani, i cui progetti familiari aspettano da anni questa Legge. Da oggi, saremo una nazione migliore”.

(di Stefano Intreccialagli/ANSA).

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