Covid: frena calo ricoveri, in ospedali l’83% non ha la quarta dose

Le vaccinazioni all'Auditorium Parco della Musica a Roma.
Le vaccinazioni all'Auditorium Parco della Musica a Roma.. ANSA / FABIO FRUSTACI

ROMA. – Continuano a calare i ricoveri per Covid-19 in Italia, ma molto meno rispetto alle settimane precedenti. E se la pressione sugli ospedali si allenta sempre di più, l’allerta deve però restare massima in vista dell’Autunno, anche considerando il fatto che al momento ben l’83% dei pazienti ricoverati non ha fatto la quarta dose e va anche monitorato il crescente numero di bambini in età scolare che in questi giorni vengono ospedalizzati ‘Con Covid’, ovvero per altre patologie ma risultando positivi al virus SarsCoV2 una volta in ospedale.

E’ questo il quadro tracciato dall’ultimo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe, relativo alla settimana 14-20 settembre. La situazione dei ricoverati Covid questa settimana, spiega infatti Gimbe, mostra una sostanziale stabilità. Nella rilevazione effettuata tra gli ospedali sentinella aderenti alla rete Fiaso si registra un minimo calo dei pazienti pari al 3,3%, ridotto rispetto alle percentuali registrate nelle settimane passate e con il report del 13 settembre che aveva invece segnato il calo più alto delle ultime sei settimane raggiungendo il -23%.

A diminuire nell’ultima settimana sono stati soprattutto i pazienti nei reparti ordinari (-4,2%). Nella stragrande maggioranza dei casi di ricovero per patologia respiratoria-polmonare tipica da Covid, l’83,5%, sono pazienti che hanno ricevuto l’ultima dose vaccinale da oltre 6 mesi e non si sono sottoposti alla somministrazione della dose booster. Anche nelle terapie intensive permangono numeri molto ridotti.

“La situazione appare in generale contenimento e per il momento non si ravvisano segnali di risalita ma l’attenzione, soprattutto dopo l’allerta lanciata dall’Ema sul probabile arrivo di una nuova ondata, deve rimanere ancora molto alta – commenta il presidente Fiaso, Giovanni Migliore -. L’alto numero di ricoverati vaccinati da oltre 180 giorni continua a testimoniare lo scarso ricorso alla quarta dose e su questo occorre il massimo impegno non solo delle aziende sanitarie, ma anche dei medici di famiglia che sono il primo punto di riferimento sanitario per i cittadini.

Quanto ai minori, i numeri attuali non mostrano un impatto dovuto alla riapertura delle scuole, anche se è decisamente presto per valutarlo. Rimane, infatti, da sorvegliare il leggero aumento dei ricoveri pediatrici Con Covid con una discreta presenza di ragazzi in età scolare”.

Anche i dati relativi al 20 settembre, elaborati dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), fotografano una situazione stabile ma con segnali comunque da non sottovalutare: è ferma al 5%, nelle ultime 24 ore in Italia, infatti, la percentuale dei posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti ospedalieri, ma due Regioni superano la soglia di allerta del 15% (Umbria al 16% e Valle d’Aosta al 19%).

A livello nazione è invece stabile al 2% la percentuale di terapie intensive occupate e tutte le regioni sono ben sotto la soglia di allerta del 10%. Rispetto ai dati giornalieri dell’epidemia, il ministero della Salute segnala che sono 21.190 i nuovi contagi nelle ultime 24 ore (ieri 28.395). Le vittime sono 46, in calo rispetto a ieri (60), ed il tasso è al 12,7% (ieri era al 13,7%). Nelle ultime 24 ore, sono 146 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 4 in meno di ieri, ed i ricoverati nei reparti ordinari sono invece 3.416 (-79).

Una situazione insomma da monitorare con attenzione, anche se l’infettivologo Matteo Bassetti afferma che “per come l’abbiamo conosciuto nel 2020 e nel 2021, il Covid è finito e ora c’è un Covid diverso con cui convivere nei prossimi anni. Lo vedremo ancora come una delle dieci cause di morte nel mondo ancora per molti anni” ma oggi, afferma, “è più pericolosa l’influenza”.

Quanto ai nuovi vaccini adattati anti-Omicron, “negli over65 e nei fragili è probabile che la protezione offerta dai vaccini duri poco. Per queste persone è probabile che ci sia bisogno di una dose booster ogni 4-6 mesi. Anche chi ha fatto la quarta dose a gennaio-febbraio – conclude l’esperto – probabilmente avrebbe bisogno ora di un booster con vaccino aggiornato”.

(di Manuela Correra/ANSA)

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