Vox, l’alleato di FdI terza forza in Spagna

Santiago Abascal, leader di Vox. (ANSA)

MADRID.  – Difesa “dell’unità della Spagna”; opposizione alla decentralizzazione delle amministrazioni pubbliche; contrasto alle politiche di genere “asimmetriche” e “all’agenda climatica” occidentale; dure prese di posizione in materia migratoria; appoggio a correnti anti-aborto e anti-eutanasia; sostegno a misure fiscali ultra-liberali e a beneficio “delle famiglie numerose”; promozione di tradizioni taurine come le corride: sono questi i temi più ricorrenti nel discorso politico di Vox, partito iberico che Giorgia Meloni definisce “amico”.

Una sintonia che — nonostante il “no comment” arrivato dal lato spagnolo sulle ultime dichiarazioni della leader della destra italiana all’agenzia Efe — entrambe le parti hanno esibito a più riprese. Attuale terza forza nel Congresso dei deputati spagnolo, con 52 seggi su 349, Vox ha acquisito crescente protagonismo nell’ultimo lustro.

Il primo successo elettorale di rilievo è arrivato — a sorpresa — con l’11% circa delle regionali andaluse di dicembre 2018, seguito poi dal 15% delle politiche di novembre 2019, dall’irruzione nel Parlamento catalano di febbraio 2021 e dal suo risultato sinora più fruttifero, raccolto esattamente un anno dopo: il 17% abbondante ottenuto in Castiglia-León, che gli ha permesso di entrare per la prima volta in un governo regionale, in coalizione con il Partito Popolare (Pp).

A poco più di un anno dalla scadenza dell’attuale legislatura, la maggior parte dei sondaggi considera la formazione sempre ampiamente in grado di contendere al Pp parte dell’elettorato di destra, benché alcuni ne rilevino un leggero calo, con intenzioni di voto oscillanti tra il 10 e il 15% circa. In vista delle generali del 2023, sia Pp sia Vox evitano per il momento prese di posizione a favore o contrarie a un’alleanza post-elettorale.

Definito dalla stampa di orientamento progressista come “partito di ultradestra o di estrema destra”, etichette invece evitate dai media conservatori, Vox ha meno di dieci anni di storia. All’origine della sua genesi (2013) c’è l’impulso di ali scissioniste del Pp, attive in particolare in Catalogna — in concomitanza con l’esplosione del movimento secessionista — e nei Paesi Baschi.

Proprio da quest’ultimo territorio proviene il leader della formazione: appartenente a una famiglia vittima di atti ostili da parte dell’Eta, Santiago Abascal è stato allevato politicamente nelle fila delle gioventù popolari, come racconta Vox S.A., recente libro sul partito del giornalista Miguel González. È legato invece alla Falange Spagnola delle Jons, movimento di chiara ispirazione filo-franchista, il passato di Jorge Buxadé, vicepresidente per l’area politica di Vox.

Sono sue le recenti parole sull’alleanza con Fdi: “Sono molto contento di come sta andando il processo elettorale in Italia, di ciò che dicono i sondaggi”, diceva il 29 agosto. “Senza nessun dubbio Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni è un partito amico di Vox, un partito con cui collaboriamo permanentemente da anni”, aggiungeva. “Sarà molto positivo per l’Italia e per tutta l’Unione Europea che Fratelli d’Italia ottenga la presidenza del governo italiano”.

(di Francesco Rodella/ANSA).