Balzo dei ricavi delle imprese, ora spettro prezzi

Un operaio camminando in un deposito di materiale industria meccanica..
Un operaio camminando in un deposito di materiale industria meccanica.. EPA/FOCKE STRANGMANN

MILANO.  – L’industria italiana ha superato il Covid in tempi record ma non c’è tempo di festeggiare, perché già la guerra in Ucraina e l’inflazione la stanno mettendo alla prova.

L’Area Sudi Mediobanca ha analizzato i bilanci di 2.145 società, imprese di grandi e medie dimensioni che rappresentano il 47% del fatturato industriale e di quello manifatturiero, il 36% di quello dei trasporti e il 41% della distribuzione al dettaglio, e ha visto che nel 2021 il fatturato è rimbalzato del +25,6% tornando a livelli pre-pandemia.

Mai visto “nella storia postbellica – commentano gli analisti – il che testimonia la peculiarità di quanto accaduto ma anche l’efficacia con cui le autorità monetarie e fiscali hanno gestito lo snodo e la reattività complessiva del nostro sistema produttivo”. E aggiungono che “non è mai accaduto che, dopo una flessione molto consistente, il recupero si sia perfezionato nel corso di un solo anno”.

La sfida ora sarà bilanciare l’aumento dei costi di produzione e con la redditività. “Ipotizzando un rincaro del 10% dei costi di beni e servizi, la loro incidenza passerebbe al 93% del fatturato, in termini assoluti circa 65 miliardi di maggiori costi cui andrebbero sommati 2 miliardi di maggiore costo del debito.

Se questi 67 miliardi fossero ribaltati sui prezzi di vendita, a volumi costanti, essi comporrebbero una crescita del fatturato dell’8,7%, con il Margine operativo netto (Mon) che rappresenterebbe il 4,5% delle vendite – esemplifica Mediobanca – Nel caso di ribaltamento del 50% dei maggiori costi sul fatturato questo aumenterebbe, a parità di volumi, del 4,4% ma la quota addebitata al Mon lo ridurrebbe ad appena lo 0,5% delle vendite.

Se i volumi non variano, calcolano gli analisti “l’ebit margin resterebbe positivo fino alla soglia del 50%. Ove invece le imprese intendessero preservare l’ebit margin del 2021, l’aumento dei prezzi di vendita che dovrebbero praticare sarebbe del 9,6%”.

Tornando ai bilanci 2021 il ritorno sopra il giro d’affari pre-pandemico è stato prevalentemente alimentato dalla domanda domestica: le vendite all’interno dei confini nazionali hanno segnato una crescita del 12,2% sul 2019, quelle destinate oltreconfine del 6,4%. Gli incentivi fiscali e l’avvio del PNRR che continuano a interessare edilizia, elettrodomestici e arredo dovrebbero agire in senso favorevole con effetti moltiplicativi anche sul resto dell’economia.

Sempre sul fronte delle vendite domestiche, merita menzione la crescita nell’ultimo bienio della grande distribuzione al dettaglio che chiude con un’espansione a perimetro corrente dell’8% sulle vendite del 2019 quella a prevalenza alimentare ha fatto anche meglio, segnando un +9,3%, e trainando in parte il comparto del food.

(di Sara Bonifazio/ANSA).

Lascia un commento