Senato Usa apre la strada su armi a Taiwan, ira Cina

Due jet Mirage 2000-5 delle forze armate taiwanesi della base aerea di Hsinchu, Taiwan, EPA/RITCHIE B. TONGO

NEW YORK.  – Gli Usa tornano a sfidare la Cina su Taiwan e scatenano l’ira di Pechino, ma anche di Mosca. A scaldare gli animi questa volta é il Senato americano, che spiana la strada agli aiuti militari di Washington a Taipei.

Con 17 si’ e 5 no, la commissione Esteri ha approvato la legge che rafforza significativamente l’assistenza alla sicurezza a Taiwan, autorizzando 6,5 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni (incluse forniture militari dirette per miliardi di dollari), oltre alla qualifica di Taiwan come un “principale alleato non Nato”. Non ci sono previsioni su quando potrebbe tenersi il voto in plenaria, ma la strada verso il via libera é in discesa.

Di fronte alle crescenti pressioni del Dragone sull’isola, all’inizio del mese l’amministrazione di Joe Biden ha approvato più di 1,1 miliardi di dollari di vendite di armi a Taiwan (e ha formalmente notificato al Congresso le proposte, che includevano fino a 60 missili antinave e fino a 100 missili aria-aria). E ora, il primo passaggio in Senato del Taiwan Policy Act ha provocato una reazione durissima della Cina. “Nessun Paese ha il diritto di ergersi a giudice sulla questione di Taiwan”, ha tuonato il presidente Xi Jinping in occasione dell’incontro a Samarcanda con l’omologo russo Vladimir Putin. Taipei “fa parte della Cina”, che “si oppone con fermezza alle forze separatista dell’isola” e alle “interferenze esterne”, ha proseguito il leader di Pechino, sottolineando poi l’apprezzamento per l’adesione della Russia “al principio dell’Unica Cina”.

Lo zar del Cremlino, da parte sua, ha ribadito che Mosca è “fermamente impegnata” nel riconoscimento del principio di una sola Cina e condanna “le provocazioni degli Usa a Taiwan”. Da Pechino, anche la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning e’ tornata sulla questione, affermando che il via libera nella commissione Esteri del Senato al provvedimento “viola gravemente l’impegno degli Stati Uniti sulla questione Taiwan e il principio dell’Unica Cina”, lanciando anche “un grave segnale sbagliato alle forze separatiste” dell’isola. Se trasformato in legge, ha aggiunto, è destinato a “scuotere notevolmente le basi politiche delle relazioni tra Cina e Usa con conseguenze estremamente gravi per la pace e la stabilità attraverso lo stretto”.

Il voto della misura in commissione era stato rinviato nel mezzo delle tensioni di agosto con le esercitazioni militari senza precedenti del Dragone intorno all’isola in risposta al viaggio a Taipei della speaker della Camera Nancy Pelosi. E ora é arrivato mentre a Washington è in visita una delegazione parlamentare di Taipei.

(di Valeria Robecco/ANSA).

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