Usa insistono: “Campagna russa sfida alle democrazie”

Vista della Piazza rossa e il Cremlino, Mosca.
Vista della Piazza rossa e il Cremlino, Mosca.. EPA/MAXIM SHIPENKOV

WASHINGTON.  – Sale la pressione sull’amministrazione Biden per conoscere partiti e leader di oltre una ventina di Paesi stranieri che dal 2014 avrebbero ricevuto almeno 300 milioni di dollari trasferiti segretamente da Mosca per promuovere i propri interessi all’estero e indebolire le democrazie occidentali.

Tra i Paesi che più incalzano l’Italia, dove sospetti e polemiche infuriano alla vigilia delle elezioni politiche. Il dipartimento di Stato americano tuttavia per ora non si sbilancia, dopo aver gettato il sasso nello stagno.

“Non entreremo nello specifico delle informazioni di intelligence, ma siamo stati chiari in merito alla nostra preoccupazione sull’attività della Russia per influenzare il processo democratico in vari Paesi nel mondo, compreso il nostro”, ha detto all’ANSA un portavoce della diplomacia americana rispondendo ad una domanda sulla possibile implicazione dell’Italia. “La nostra preoccupazione sull’attività russa a questo proposito non riguarda alcun Paese in particolare ma è di natura globale, mentre continuiamo a fronteggiare le sfide contro le società democratiche”.

“L’influenza politica coperta russa pone una sfida importante agli Stati Uniti e ad altre democrazie nel mondo. Abbiamo lavorato per renderla pubblica dopo averla scoperta. Dobbiamo lavorare e continueremo a farlo con i nostri alleati e partner nel mondo per rivelare gli sforzi di influenza maligna russa e aiutare altri Paesi a difendersi contro questa attività”, ha aggiunto, mentre i diplomatici di decine di ambasciate Usa stanno tenendo briefing con i governi che li ospitano suggerendo vari tipi di risposta: sanzioni, espulsioni e divieti di viaggio delle spie russe coinvolte in questa attività.

Curioso che tra i primi a rispondere alle rivelazioni sia stata l’ambasciata di Mosca a Roma: “Gli Stati Uniti stanno ancora una volta tentando di accusare la Russia di ingerenze negli affari interni dei Paesi occidentali, in particolare nel processo elettorale. L’assenza di prove non convince. E che cosa sarebbe questo se non uno sfrontato tentativo di manipolare l’opinione pubblica alla vigilia delle elezioni?”, si legge in un post sui suoi canali social.

Finora sono emerse poche indiscrezioni. Tra i Paesi oggetto dei flussi sospetti di denaro russo ci sono Albania, Montenegro, Madagascar e probabilmente Ecuador. É spuntato anche il caso di un Paese asiatico – non nominato – dove l’ambasciatore russo avrebbe dato milioni di dollari in contanti ad un candidato  presidenziale.

Secondo gli 007 Usa, il Cremlino usa società fittizie, think tank, imprese statali e oligarchi come Ievgheni Prigozhin, lo “chef di Putin” legato ai mercenari Wagner e ricercato dall’Fbi per le interferenze nelle elezioni Usa del 2016.

O il deputato Aleksandr Babakov, incriminato in Usa come agente russo non registrato e coinvolto nel finanziamento del partito di Marine Le Pen in Francia. I pagamenti, spesso eseguiti tramite conti e risorse delle ambasciate russe, avvengono sotto forma di criptovalute, contanti e doni di lusso.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA).

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