Amarcord: la storia di Alfonso “Chico” Carrasquel ed il succo d’arancia

CARACAS – Visitare lo stadio Universitario di Caracas é un’esperienza affascinante per diversi motivi: il paesaggio che ti offre il recinto ai piedi dell’Ávila, le storie che si possono ascoltare dalle persone più anziane mentre sorseggi una bibita e ovviamente guardare una gara di baseball.

In una di  queste occasioni, William ha raccontato ai presenti una storia che riguarda lo storico Alfonso “Chico” Carrasquel.

Stando a quanto raccontava  questo simpatico signore che indossava una maglietta di baseball dove si leggeva “Ferretería el tornillo” (immagino che sia una squadra rionale), “El Chico” é stato il terzo venezuelano a giocare nella Major League Baseball. Prima di lui c’erano riusciti il lanciatore Alfonso “patón” Carrasquel e l’esterno Chucho Ramos. L’arrivo si Alfonso Carrasquel nel baseball fu un evento molto seguito.

WIlliam narrava che “El chico” durante lo “Spring Trainning” beveva succo d’arancia tutto il tempo,  c’erano contenitori con il succo di questo agrume da tutte le parti. Al giovane venezuelano gli piaceva tanto che riempiva bottigliette da portare in camera da letto. Fin qui sembra una storia normale di un ragazzo a cui piace il succo d’arancia.

Dopo un po’ di tempo, Alfonso Carrasquel inizio a notare che una parte de suo corpo non funzionava più come prima. Preoccupato ne parlò con il suo compagno di camera e andò dal dottore.

Il dottore quando sentì la storia di “Chico” scoppiò in una risata che lasciò di stucco il venezuelano. Il medico spiegò che il campo dove si allenava la sua squadra era stata una base militare e per diminuire la libido sessuale veniva dato ai soldati un succo d’arancia speciale con bromuro. Immaginiamo che dopo questa visita il giocatore mise da parte la sua passione per le spremute d’arancia.

Questa é una delle tante storie che si possono ascoltare in alcune occasioni (mettendo da parte i saluti ai parenti degli umpires) quando si visita lo stadio Universitario.

(di Fioravante De Simone / redazione Caracas)

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