Messaggio di Sánchez agli industriali: sui salari serve ‘una dose di responsabilità’

MADRID — In tempi complicati come quelli attuali, con l’nflazione alle stelle e una crisi energetica in corso, serve “una dose di responsabilità” da parte di tutti. Anche, e “singolarmente”, da parte degli industriali. È il messaggio rivolto dal premier spagnolo, Pedro Sánchez, agli imprenditori del Paese iberico in merito a una delle questioni al centro del dibattito pubblico: la richiesta dei sindacati di aumentare i salari per far fronte all’impatto del caro-prezzi sulle famiglie. “”Il governo ha fatto la sua parte (…) e continua a farla”, ha dichiarato Sánchez in un’intervista su Tve, “ora è necessario che gli industriali diano il loro contributo”.

Queste parole di Sánchez sono, in quanto a contenuto, le più vicine a quelle pronunciate ad agosto dalla vicepremier Yolanda Díaz, che aveva espresso il suo “appoggio esplicito” ai sindacati rispetto alle mobilitazioni annunciate per l’autunno in caso di un mancato accordo con la Confindustria spagnola (CEOE) sui salari. “Chiedo alla CEOE di mettersi dalla parte del Paese”, aveva aggiunto la principale esponente nel governo di Unidas Podemos.

Come fa notare El País, il premier non è stato cosi duro nei toni, ma ha assunto comunque una posizione più prossima a quella delle organizzazioni dei lavoratori. Nonostante settimane di negoziati, sinora industriali e sindacati non sono arrivati a un accordo collettivo sugli aumenti dei salari principalmente per la mancanza di intesa sulla proposta dei secondi di concedere incrementi associati, all’evoluzione dell’inflazione.

Secondo quanto detto da Sánchez, la principale richiesta del governo è che si possano “sbloccare gli accordi sui contratti collettivi” rimasti congelati, situazione che mantiene in stallo eventuali aumenti salariali in diversi settori.

Insistendo sulla volontà di rimanere dalla parte “delle classi medie e di lavoratori”, Sánchez ha commentato anche la proposta di Díaz di favorire accordi con le grandi catene di distribuzione su panieri di prodotti essenziali con prezzi bloccati: “è importante fare appello alla responsabilità di tutti gli attori economici”, ha dichiarato.

Nel corso dell’intervista, Sánchez ha anche rivendicato la proposta del governo di imporre tasse “straordinarie” ai “profitti extra” di grandi società energetiche e finanziarie, ieri ammessa a dibattito dal Parlamento. “I costi della crisi devono essere distribuiti in modo equo”, ha detto.

Oggi il premier è tornato sulla questione in un tweet, commentando la proposta della Commissione europea di stabilire un tetto ai ricavi di certe grandi società. “L’Ue applicherà una nuova tassa sui profitti straordinari delle compagnie di energia elettrica. È un orgoglio che l’Europa si ispiri alle proposte della Spagna, che tutelano la maggioranza sociale e i lavoratori, per continuare a combattere la crisi energetica provocata da Putin”, ha scritto.

Redazione Madrid

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