Atene respinge i migranti, annegano anche due neonati

Il corpo di un migrante affogato in balia delle onde.
Il corpo di un migrante affogato in balia delle onde. ANSA/ Immagine di Sos Mediterranee /Flavio Gasperini

ISTANBUL.  – Sei cadaveri di migranti in mare. Una donna, tre minori e due neonati. Li ha trovati la Guardia costiera di Ankara a largo di Marmaris, località della costa turca meridionale sul mare Egeo, dove erano stati lasciati su alcune zattere di salvataggio senza motore dalle forze greche. La Turchia è riuscita a metterne in salvo 73 ma cinque sono ancora dispersi.

Secondo un’intervista ai migranti salvati, pubblicata dalla stampa turca, erano partiti da Tripoli in Libano il 10 settembre ed erano diretti in Italia. Hanno viaggiato per due giorni su una barca a vela di legno lunga 15 metri ma una volta arrivati nei pressi dell’isola di Rodi hanno chiesto assistenza alla Grecia perché l’imbarcazione era rimasta senza carburante. Dopo essere stati caricati su una nave della guardia costiera greca, che ha sottratto loro tutto quello che avevano, i migranti sono stati abbandonati alla deriva su quattro zattere di salvataggio senza motore lasciate nei pressi delle acque territoriali turche.

A quel punto, è intervenuta la guardia costiera di Ankara ma per sei di loro non c’era più nulla da fare. Non sono state rivelate le dinamiche che hanno portato alla morte ma è probabile che i migranti siano affogati cadendo dalle zattere a causa delle condizioni del mare.

La Turchia denuncia quasi ogni giorno respingimenti di migranti in mare da parte delle forze di Atene. A differenza di oggi, solitamente, si tratta di persone che tentano di raggiungere illegalmente l’Unione europea cercando di approdare nelle isole greche partendo dalla vicina costa turca. Generalmente, i migranti provengono dal Corno d’Africa e dall’Afghanistan ma anche dalla Siria e dall’Iran. Secondo la Guardia costiera di Ankara, centinaia di persone tentano ogni giorno di raggiungere in questo modo l’Europa e regularmente vengono fermati dalla Grecia.

Il comportamento di Atene è stato denunciato non solo dalla Turchia ma anche da alcuni parlamentari europei che, in giugno, hanno chiesto alla Commissione europea di richiamare la Grecia al rispetto della legalità in relazione alle modalità dei respingimenti. Non solo quelli in mare ma anche nei pressi del confine terrestre turco-greco, dove a febbraio di quest’anno 12 migranti sono morti di freddo dopo essere stati fermati dalle forze greche e abbandonati seminudi nei boschi nella zona di confine.

Per ora, non è arrivata ancora nessuna reazione ufficiale da parte di Ankara ma l’episodio potrebbe essere destinato ad aumentare ulteriormente le tensioni tra Turchia e Grecia che nell’ultimo mese si sono aggravate, non solo a causa della questione migranti, ma anche per presunte violazioni dello spazio aereo turco da parte delle forze greche che avrebbero anche disturbato caccia di Ankara impegnati in una missione Nato.

(di Filippo Cicciù/ANSA).

Lascia un commento