”Italia quindicesima in Europa per sostenibilità”

Televisori nel centro di Roma durante il primo giorno del bonus Tv,
Un negozio di Elettrodomestici e Televisori nel centro di Roma durante il primo giorno del bonus Tv, Archivio. ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA.  – Promossa sull’ambiente, ma bocciata sull’economia e le politiche sociali. È questa la pagella di Cerved per la sostenibilità in Italia.  Nella classifica di 29 Paesi europei stilata dal gruppo, in base a diversi parametri, Roma si piazza quindicesima.

Questi dati forniscono un’occasione per capire su quali settori intervenire e per “pianificare i fondi (80 miliardi dal Pnrr e 50 dal Fondo di sviluppo e coesione) per rendere i territori più resilienti agli effetti della crisi climatica e idrica” ha commentato il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti sostenibili Enrico Giovannini.

Secondo il rapporto Italia Sostenibile 2022, pesano sulla posizione dell’Italia la poca attrattiva per gli investimenti esteri, i fondi limitati per ricerca, sviluppo e digitalizzazione, i redditi fermi e l’occupazione al 57%, di 10 punti sotto la media UE. Se Milano, Bologna e Torino vanno bene, Crotone è il fanalino di coda. Fanno peggio solo Romania, Cipro e Grecia

Anche sulle politiche sociali c’è tanto da lavorare: l’Italia è al diciottesimo posto, secondo questo criterio. All’elevato numero di famiglie a rischio povertà, soprattutto al Sud, si unisce una scarsa capacità di formazione del capitale umano e un sistema di sicurezza e giustizia poco efficiente. Per assistenza sociale e sanità l’Italia però si piazza al settimo posto, trainata da Milano, Padova e Pisa.

Nota positiva anche sull’ambiente: l’Italia è nona, davanti alla Francia, nonostante le fragilità del suo territorio, con 5,3 milioni di aziende esposte a rischio sismico o idrogeologico. Sono bassi anche i livelli di inquinamento e gas serra. Negli ultimi dieci anni, l’inquinamento industriale (pari a 5 tonnellate per persona) è calato del 25,4%, ma rimane superiore alle quote degli altri Paesi. Sono invece in linea con l’Europa i dati sulle rinnovabili, che coprono un quinto dell’energia consumata.

Una delle sfide del prossimo futuro, per Cerved, sarà attrarre investimenti e coinvolgere le imprese italiane nella transizione ecologica, con strumenti come la finanza sostenibile. Sarà necessaria un’attenzione particolare per le 932mila legate ai combustibili fossili, all’industria pesante, all’automotive e al sistema moda. La loro riconversione richiederà, afferma il rapporto, grandi investimenti e c’è il rischio che, in città come Taranto o Potenza, possa pesare sull’inclusione sociale.

Il mondo economico e quello politico, secondo Giovannini, devono quindi impegnarsi, affinché la transizione ecologica diventi un’occasione per superare “le disuguaglianze tra i territori di Nord e Sud”, al posto di accentuarle.

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