In un’azienda veneta arriva il congedo mestruale

Due ragazze dell'associazione Onda Rosa nel punto vendita Coop di piazzale Lodi a Milano nel primo giorno di abbassamento Iva su tutto lo scaffale assorbenti
Due ragazze dell'associazione Onda Rosa nel punto vendita Coop di piazzale Lodi a Milano nel primo giorno di abbassamento Iva su tutto lo scaffale assorbenti. Milano 6 Marzo 2021. ANSA / MATTEO BAZZI

VENEZIA – Ci sono piccoli gesti capaci di cambiare in meglio la vita delle persone sui luoghi di lavoro. Sono fatti concreti, come quello deciso dalla ‘Ormesani’, un’azienda di spedizioni, che ha introdotto nel proprio welfare il congedo mestruale, un giorno al mese retribuito al 100% per tutte le dipendenti che soffrono di endometriosi dolorosa. Un segno di sensibilità verso le donne, e un passo avanti su politiche sociali e di benessere che sempre più guardano alla compatibilità del ciclo vita-azienda per le famiglie.

Una cosa come quella di Ormesani si era vista finora, in forma più ridotta, solo in una piccola società online, la Traininpink, che aveva offerto questa opportunità alle proprie fitness trainer. Nel caso dell’azienda di spedizioni veneta, con sede a Quarto D’Altino (Venezia), si tratta invece di un intervento corposo, perché sono donne circa la metà dei suoi 100 collaboratori.

Prima di varare il ‘congedo mestruale’, i due titolari, Martino e Andrea Ormesani, hanno fatto svolgere un sondaggio interno, scoprendo che la misura sarebbe stata molto apprezzata dalle dipendenti. E così hanno fatto. Della tutela per le donne che soffrono di ciclo doloroso – si stima circa 3 milioni in Italia – si parla da tempo anche a livello legislativo (al pari di un altro tema femminile, l’alta tassazione degli assorbenti intimi). Ma solo a livello di proposte.

Nel 2017 alcuni parlamentari avevano l’iter di una disegno di legge che riconoscesse i diritti delle lavoratrici con endometriosi dolorosa, poi tutto si arenò. Il Paese più avanzato in Europa è la Spagna, dove un disegno di legge è in dirittura d’arrivo. Ha però un meccanismo, complesso, che pare non metta tutti d’accordo: in cambio di tre giorni di assenza retribuita, alle donne lavoratrici sarebbe chiesta l’erogazione di certificati medici attestanti una patologia che provoca cicli dolorosi.

Non così alla Ormesani. Il congedo verrà concesso con una formula di assoluta fiducia tra dipendente e azienda. Le lavoratrici, in sostanza, non dovranno presentare alcun certificato, né sarà necessaria l’autorizzazione del responsabile dei reparti. Questo anche in un’ottica di rispetto della privacy. “Vogliamo essere di esempio per altre aziende italiane” spiegano dalla società di Quarto D’Altino, che ha anche lanciato una campagna di Linkedin, intitolata “Ormesani crede nelle donne”.

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