MADRID — Dura presa di posizione di supermercati e catene di distribuzione su una proposta anti-inflazione della vicepremier Yolanda Díaz. “L’idea di elaborare un paniere di base con prezzi bloccati è irrealizzabile e contraproducente”, si legge in un comunicato delle tre principali associazioni di categoria, Aced, Aged e Ansedas. La risposta è arrivata dopo un incontro tra la stessa Díaz, il ministro del Consumo Alberto Garzón e rappresentanti del settore. “Hanno preso la riunione molto sul serio”, aveva detto all’uscita la altresì minista del Lavoro dopo l’incontro.
Quella di congelare i prezzi di prodotti di prima necessità, in modo da creare “un paniere essenziale che garantisca una dieta salutare” almeno fino a dopo Natale, è una proposta su cui Yolanda Díaz batte il ferro da giorni. A detta della vicepremier, la responsabilità dell’iniziativa dovrebbe ricadere sui “grandi distributori”, perché questi ultimi avrebbero “margine” per poter “ridurre gli utili” temporaneamente senza eccessive ripercussioni, contribuendo così alla protezione delle famiglie e ad evitare impatti insostenibili per i produttori.
Già la scorsa settimana, Díaz e Garzón hanno iniziato contatti per arrivare a “un grande accordo” con rappresentanti del settore, iniziando da Carrefour: la catena di origine francese, per conto proprio, ha lanciato un’offerta con 30 prodotti a 30 euro. “Sono state avanzate diverse proposte”, ha detto oggi la vicepremier, dopo una riunione più allargata. “Abbiamo preso l’impegno di riunirci di nuovo, perché oggi non c’è stato il tempo”.
Dopo che erano già emerse le prime perplessità sul piano di Díaz e Garzón, entrambi esponenti di Unidas Podemos nel governo, oggi la presa di posizione ufficiale del settore dei supermercati e della distribuzione è arrivata attraverso un comunicato. “Condividiamo con il governo la preoccupazione per la situazione dei prezzi”, si legge nella nota, “ma non possiamo accettare un accordo su un paniere con prezzi fissi”.
Secondo le associazioni di categoria, a rendere infattibile la proposta di Díaz sono, in particolare, problemi di struttura della catena di distribuzione, limiti legali e una “diagnosi inesatta” su come si stabiliscono i prezzi dei generi di prima necessità. Come alternative per far calare i prezzi, il settore propone riduzioni straordinarie dell’Iva sui generi alimentari, la sospensione di tasse ambientali e agevolazioni sui costi dell’energia.
Alla riunione odierna hanno partecipato anche associazioni di consumatori come Facua. “Invitiamo il governo ad agire di fronte ai cospicui aumenti che si stanno verificano in prodotti di prima necessità, fissando prezzi massimi o tetti ai margini di commercializzazione, come consentito dalla legge sul commercio, nel caso in cui il settore della distribuzione non tagli gli utili sproporzionati che ottiene”, si legge in una nota.