Governo: nuovi aiuti in arrivo giovedì. Si limano extraprofitti

Una veduta di Palazzo Chigi sede del Governo
Una veduta di Palazzo Chigi sede del Governo. MAURIZIO BRAMBATTI/ANSA

ROMA. – I riflettori di Palazzo Chigi sono puntati su giovedì prossimo. In questa data dovrebbe arrivare a dama il nuovo decreto aiuti, da circa 10 miliardi, con una limatura della tassazione sugli extraprofitti. Gli aggiustamenti, allo studio del Mef, sarebbero orientati non ad aumentare gli incassi tout court, ma a rendere la norma meglio applicabile.

Se si riuscirà a chiudere tutto entro giovedì, l’occasione potrebbe essere buona per illustrare anche il piano per i risparmi energetici del ministro Roberto Cingolani. Che, in attesa di spiegare nel dettaglio le misure volte a ridurre i consumi, punta il dito contro Mosca: “Il ricatto russo è chiaro a tutti”, “è una partita di poker”. Che l’Ue sembra decisa a vincere.

A Palazzo Chigi notano “segnali incoraggianti” sul “consenso” attorno al price cap europeo, cavallo di battaglia di Mario Draghi. Ma fino al venerdì prossimo, quando è prevista la riunione dei ministri competenti, gli entusiasmi vengono tenuti a bada. Ai contenuti già noti del piano energetico per step elaborato dal ministero della Transizione Ecologica, nelle ultime ore si è aggiunta una suggestione: la proroga dell’ora legale, anche per tutto l’anno.

Un’ipotesi che stando ai calcoli di diversi partiti produrrebbe un risparmio di mezzo miliardo ogni anno. Dai Verdi al Pd fino a Forza Italia vedrebbero di buon occhio l’ora legale per 365 giorni, la Lega è più cauta e prospetta una proroga per qualche mese. Ma dal governo, per ora non arrivano feedback.

Cingolani, invece, punta i riflettori sull’importanza dei “rigassificatori, per essere in sicurezza”: “Dobbiamo averli installati a inizio dell’anno prossimo per usufruire delle nuove forniture africane, altrimenti potremmo avere dei problemi”.

Secondo i primi riscontri, invece, sarà in particolare il mondo produttivo – piegato dal caro bollette e dall’aumento generalizzato dei costi delle materie prime – al centro del provvedimento di prossima emanazione. Si parla della possibilità di agire sul credito di imposta (aumento, proroga, o entrambe le leve) per le imprese energivore, ma anche di un intervento diretto alle pmi in crisi di liquidità e di quote di elettricità a buon mercato (provenienti dalle rinnovabili) riservate a determinati settori industriali.

L’obiettivo numero uno è scongiurare il rischio di un vero e proprio blocco produttivo. Per ora i tecnici del governo sono concentrati a valutare come meglio orientare i fondi a disposizione. C’è chi ipotizza una dote prudenziale di 6-8 miliardi, chi si spinge a quantificarla in più di 10 miliardi.

Per ora a Palazzo Chigi e il Mef non si sbilanciano in alcun modo: si lavora a testa a bassa a quantificare le entrate (il gettito del nuovo acconto degli extraprofitti più quello aggiuntivo dell’Iva di luglio e agosto) e non ci si fermerà nemmeno nel weekend. La norma sugli extraprofitti delle società energetiche dovrebbe essere rivista per delimitare meglio, ad esempio, le operazioni straordinarie e infragruppo coinvolte.

La maggioranza, intanto, è al lavoro per concentrare gli emendamenti – oltre 440 quelli presentati – al dl aiuti bis in arrivo al Senato martedì. L’indirizzo è che siano accolti solo quelli non onerosi e i temi condivisi sembrano essere: le semplificazioni dei crediti del superbonus, il fotovoltaico e lo stop al docente esperto.

(di Paola Lo Mele/ANSA)