Flop auto elettriche in Italia, ‘cambiare incentivi’

Foto ANSA/STEFANO SECONDINO

ROMA.  – A leggere i giornali e le dichiarazioni di manager ed esperti, sembra che tutto il mondo stia andando verso l’auto elettrica. A guardare le strade italiane però, auto a batteria se ne vedono poche.

Questa constatazione banale è confermata dai dati di vendita: nell’ultimo anno, le immatricolazioni di veicoli elettrici ed ibridi nel nostro paese sono crollate del 23,39%. In 12 mesi, se ne sono venduti neppure 5.000. La quota di mercato è un misero 6,93%. L’auto a pile sarà pure il futuro, ma in Italia è un futuro lontano.

Motus-E, l’associazione che raccoglie tutti gli operatori della mobilità elettrica, segnala che nel mese di agosto le vendite di auto con possibilità di ricarica (somma di BEV, elettriche pure, e PHEV, veicoli ibridi plug-in) si sono attestate a 4.961 unità, a fronte delle 6.476 vendute nello stesso mese dello scorso anno. Il calo, come dicevamo, è stato del 23,39%.

In particolare, le auto elettriche pure registrano un calo delle vendite pari al 29,69%, per un totale di 2.278 unità immatricolate. Le vendite delle ibride plug-in segnano una diminuzione del 17,09%, per un totale di 2.683 unità immatricolate nel mese. La quota di mercato delle auto alla spina si ferma al 6,93%.

“L’Italia continua a fare peggio del resto d’Europa – scrive Motus-E -. Guardando ai dati di luglio 2022, la Germania ha immatricolato 28.868 veicoli BEV, +13,16% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. La Francia ha fatto registrare un aumento del 70,28%, l’Olanda del 19,6%. Cresce il mercato delle auto con la spina anche in Belgio, Regno Unito e Spagna”.

Ma perché in Italia l’auto elettrica non parte? Secondo Motus-E, da noi “gli incentivi sono ripartiti in ritardo, solo a metà maggio di quest’anno”, e sono troppo limitati. Il limite di prezzo per ottenerli è troppo basso, 35.000 euro, e sono escluse le flotte aziendali, un mercato molto ampio e che garantisce usato di qualità.

“Avevamo previsto già mesi fa che gli incentivi non avrebbero funzionato – spiega Francesco Naso, segretario generale dell’associazione – e avevamo reso partecipi di questa previsione il Ministero dello Sviluppo Economico. Ora apprendiamo anche la proposta di spostare gli incentivi destinati alla mobilità elettrica verso altri comparti, quali per esempio il diesel. In tutti i Paesi europei la mobilità elettrica è in crescita, e solo in Italia stiamo tornando indietro”.

(di Stefano Secondino/ANSA).

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