Disoccupati bruciano le bollette in piazza a Napoli

NAPOLI. – Le bollette per l’energia sono raddoppiate o, nella maggior parte dei casi, triplicate. Loro – i disoccupati napoletani – non potendole pagare hanno deciso di bruciarle. E così hanno allestito due grossi bracieri dove hanno risposto le copie delle fatture per i consumi di corrente e gas.

La manifestazione si è tenuta in piazza Matteotti, a Napoli, dinanzi all’ingresso dell’ufficio postale centrale dove proprio in questi giorni avrebbero dovuto provvedere ai pagamenti. “Siamo stanchi delle promesse. Da anni attendiamo un lavoro, che non abbiamo mai avuto. Figuriamoci se oggi possiamo pagare queste cifre che sono triplicate a causa della guerra”, hanno urlato i manifestanti.

In piazza sono scesi gli aderenti del movimento ‘7 novembre’ ma anche quelli del comitato della “167 di Scampia”. Comunque non va certamente meglio per chi ha un reddito. L’allarme bollette è scattato anche tra i commercianti napoletani che hanno deciso di esporre in vetrina le copie della fatture.

Una denuncia di costi definiti non più sostenibili ma anche una richiesta di comprensione da parte degli acquirenti se troveranno i prezzi dei prodotti aumentati. Parla di disastro economico la presidente di Confcommercio Napoli Carla Della Corte: “Molte imprese sono al collasso”. E a fine mese potrebbero scattare le prime chiusure. Aiuti però sono stati annunciati dalla Camera di Commercio.

Intanto tremano anche gli artigiani, i titolari di quelle piccole botteghe che non possono fare a meno dell’energia elettrica per loro attività. E se la situazione non dovesse cambiare saranno a rischio anche alcune attività agricole, soprattutto quelle che producono colture ‘sotto serra’: serre che devono essere riscaldate per più ore al giorno.

Per l’industria conserviera e della trasformazione del pomodoro l’aumento dei costi per l’energia è stato notevole. In particolar modo nel Salernitano si contano decine di aziende – medie ma anche grandi – che non possono far fronte al pagamento per centinaia di migliaia di euro.

A lanciare il grido d’allarme, già nei giorni scorsi, sono stati anche gli edicolanti attraverso il sindacato Snag denunciando che l’aumento dei costi è un colpo durissimo per un comparto che già da tempo vive un periodo di crisi. In Toscana, nei giorni scorsi, si è registrata una grande adesione alla iniziativa “luci spente” mentre i ristoratori annunciano una manifestazione di protesta per il prossimo 13 settembre a Roma.