I partiti entrano in modalità elettorale in vista di locali, regionali e politiche

Simpatizanti del Partito Socialista Operaio Spagnolo (PSOE) sventolano le bandiere nella sede principale del partito a Madrid, la notte di domenica scorsa. ( Angel Navarrete/Bloomberg via Getty Images)

MADRID — Ai nastri di partenza si incomincia a scalpitare. La Spagna affronterà un intenso ciclo elettorale tra primavera e autunno 2023 (con locali, regionali e politiche) e i partiti stanno già scaldando i motori in vista di questi appuntamenti. Come riportato dalla stampa iberica, oggi le direzioni delle principali formazioni si sono riunite ufficialmente per la prima volta dopo la pausa estiva: all’ordine del giorno, c’è stata la necessità di fare il punto della situazione e di iniziare ad affinare le strategie per rafforzare le proprie posizioni di fronte agli elettori.

Tra chi più sembra inseguire un cambio di marcia c’è il Partito Socialista (PSOE) del premier Pedro Sánchez, reduce da alcuni cattivi risultati elettorali e superato negli ultimi sondaggi dal Partito Popolare (PP). Dopo un ‘restyling’ interno di luglio, con sostituzioni in posti di responsabilità, ora inizia la fase 2 di questa operazione di ripartenza. “Siamo un partito vincitore, quindi siamo pronti al massimo sforzo e abbiamo la chiara volontà di ribaltare i sondaggi”, ha detto la portavoce del partito Pilar Alegría (altresì ministra dell’Istruzione), presentando in conferenza stampa una nuova campagna: lo slogan scelto è “il governo della gente’.

Nella strategia socialista, infatti, c’è proprio l’idea di mettere in risalto quelle che il partito, in riferimento ai provvedimenti del governo, considera “soluzioni” per “migliorare la qualità della vita dei cittadini”. In questa chiave si possono leggere, in parte, anche alcune delle ultime mosse di governo rivendicate con enfasi da Sánchez e i suoi, come la decisione di offrire ai pendolari abbonamenti gratis a treni locali e regionali. “È una misura per i giovani, per le donne, per tutti i lavoratori”, ha rimarcato Pilar Alegría.

Seguendo la stessa linea, — hanno sottolineato i media nei giorni scorsi — Sánchez è pronto a ‘sporcarsi le mani’ personalmente: il premier ha infatti in programma un lungo ‘tour’ di atti pubblici tra settembre e dicembre. “Il presidente passerà all’offensiva”, ha dichiarato qualche giorno fa la socialista Eva Granados.

D’altro canto, il PP punta a consolidare il vantaggio che gli attribuiscono, da alcune settimane a questa parte, diversi sondaggi: uno dei principali messaggi in arrivo dai popolari, riassunto nelle parole del leader Alberto Feijóo, è quello che descrive la formazione come “pronta” ad incarnare “l’alternativa” a un governo intento a “cercare di creare divisioni nella vita politica spagnola” e non a difendere l’interesse generale. Tra le iniziative più recenti, c’è la proposta di un piano risparmio energetico alternativo a quello messo in atto dall’esecutivo.

Di fronte a un Partito Popolare che rischia di erodere consensi nella parte di elettorato condiviso, l’estrema destra di Vox cerca invece di non perdere slancio. La ricetta adottata è quella di proporre misure radicalmente opposte a quelle di Sánchez — rimasto bloccato nel “fanatismo climatico”, a detta del dirigente Jorge Buxadé — per affrontare “una situazione gravissima” sul piano energetico e per quanto riguarda l’inflazione.

C’è poi Podemos, partito di governo in difficoltà nei sondaggi e nelle urne: oggi la formazione ha annunciato cambiamenti nel proprio team dirigenziale, per “essere costantemente coordinati e in contatto con i territori”. Mentre Ciudadanos, reduce da diverse gravi débacle elettorali, potrebbe vedersi immerso in un processo di potenziale “rifondazione”.

Chi ha iniziato a suonare particolarmente la carica dopo il periodo di pausa agostano è Yolanda Díaz, vicepremier e ministra del Lavoro, la quale nel governo rappresenta Unidas Podemos, ma sta anche lanciando un nuovo progetto politico, il “movimento cittadino” Sumar. Intervistata dalla Cadena Ser, la leader della sinistra spagnola ha insistito nel manifestare appoggio ai sindacati nella loro battaglia per ottenere aumenti dei salari dagli industriali. Anche se uno dei principali titoli estratti dalla stampa riguarda le dichiarazioni che Díaz ha fatto sull’aumento delle spese militari che Sánchez ha fatto alla Nato.

“Ci sarà legge di bilancio, ma, come noto, nel tetto alla spesa negoziato in estate (all’interno della coalizione di governo spagnola) certamente non era previsto un aumento per la Difesa”, ha affermato la vicepremier. Interrogata a più riprese da giornalisti su queste frasi, Pilar Alegría oggi ha tentato di glissare, non confermando la versione dei fatti esposta dalla collega di governo.

Redazione Madrid

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