Nell’Egeo con i migranti respinti da Atene

MIgranti arrivano all'isola di Lesbo, Grecia. dopo aver attraversato la Turchia. Archivio. (ANSA/AP Photo/Petros Giannakouris,)

AYVALIK.  – Il gommone è abbandonato a notte fonda in mezzo al mare, dove la costa turca dista soltanto poche miglia nautiche dall’isola greca di Lesbo. All’interno ci sono stipate 22 persone, provengono da Liberia ed Eritrea, tra loro anche una donna incinta.

Il più anziano ha 35 anni e il più giovane 19. Sono gli stessi migranti a dire all’ANSA di essere stati fermati, mentre cercavano di raggiungere Lesbo, dalla Guardia costiera greca che li ha poi lasciati in mare dopo avere rimosso il motore dall’imbarcazione per non farli muovere entro le acque territoriali di Atene.

Il gommone è stato trovato dalle forze turche che pattugliano la zona. I migranti vengono portati al vicino porto di Kucukkuyu, dove riceveranno cibo e acqua, saranno sottoposti a un controllo sanitario e a un’identificazione prima di essere trasferiti in centri di rimpatrio.

Secondo Ankara, scene simili si ripetono quasi quotidianamente e la maggior parte delle volte i migranti trovati sono stati bloccati dalla Guardia costiera greca che toglie il motore dai gommoni o li trasferisce in zattere di salvataggio. A quel punto, la Grecia comunica alla Turchia la loro presenza in mare e scatta l’operazione di salvataggio. Da gennaio, 29.918 persone sono state recuperate nell’Egeo dalla Guardia costiera turca e, tra loro, 16.348 sarebbero stati respinti da Atene, secondo i dati di Ankara.

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Nell'ultimo anno, la maggior parte dei migranti che hanno tentato di raggiungere illegalmente l'Europa dalla Turchia provengono dall'Afghanistan tornato sotto il controllo dei talebani. Pochi sono siriani mentre molti sono originari dello Yemen, della Palestina o del Corno d'Africa.

"Voglio andare in Europa per cambiare la mia vita", dice all'ANSA Idris, diciannovenne fuggito dall'Eritrea dove "i problemi sono troppi per riuscire a vivere", che vorrebbe mandare soldi o medicine dai Paesi europei alla madre malata.

"Ho visto la guerra, qualcosa di terribile", sospira mentre racconta che per arrivare in Turchia è passato dalla Siria. Ali Khano, trentenne, dall'Africa è andato in aereo in Iran con la moglie incinta e ha attraversato il confine verso la Turchia.

"Un'esperienza terribile", racconta. Sostengono di essersi auto organizzati per partire verso l'Ue, che per ora non hanno mai visto. Al contrario, secondo Ankara i viaggi illegali vengono organizzati da trafficanti turchi, ma anche russi e ucraini, che regolarmente vengono arrestati ma talvolta è difficile farlo perché chi organizza illegalmente il viaggio spesso lascia i migranti direttamente in mare e costringe alcuni di loro a guidare il gommone facendo perdere le proprie tracce.

Secondo rappresentanti dell'International Organization for Migration (Iom) dell'Onu incontrati sulla costa turca, sono centinaia quelli che quotidianamente tentano di raggiungere l'Unione europea partendo dalla Turchia. Erano invece diverse migliaia ogni giorno nel 2015, quando l'ondata migratoria provocata dalla guerra in Siria era diventata un'emergenza sia per Ankara che per Bruxelles.

Nel 2016, Ue e Turchia hanno siglato un accordo per cui, in cambio di fondi per aiutare le autorità turche ad ospitare i migranti che entrano nel Paese, Ankara si impegna a fermare quelli che tentano di partire. Con circa 4 milioni di persone, per la maggior parte siriani, la Turchia è il Paese che ospita più rifugiati al mondo e dal 2016 ad oggi sono stati stanziati da Bruxelles circa 6 miliardi di euro.

Recep Tayyip Erdogan ha chiesto varie volte più denaro e a inizio 2020 ha aperto temporaneamente la frontiera terrestre tra Grecia e Turchia dove, per un paio di settimane, migliaia di migranti si sono riversati tentando di entrare per poi venire bloccati dalle forze greche. L'accordo del 2016 ha comunque radicalmente modificato la situazione e, nonostante molti provino ancora a partire, i tentativi di raggiungere l'Europa dalla costa turca sono diminuiti sostanzialmente rispetto a 6 anni fa, arrivando ai numeri di oggi.

(di Filippo Cicciù/ANSA).

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