Finisce il Meeting di Draghi: “Nel 2023 si parlerà di amicizia”

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, interviene alla 43^ edizione del “Meeting per l’amicizia tra i popoli".
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, interviene alla 43^ edizione del “Meeting per l’amicizia tra i popoli". (Ufficio stampa Presidenza del Consiglio)

RIMINI. – Il Meeting dell’Amicizia tra i Popoli, che sarà ricordato per gli applausi a Mario Draghi ed a Giorgia Meloni, chiude i battenti. Anche quest’anno la settimana riminese è stata soprattutto (ma non solo) un evento politico. Una tribuna su cui più che mai sono stati puntati i riflettori dei media nella prima estate di campagna elettorale della storia Repubblicana: dai palchi della Fiera di Rimini è suonato il ‘gong’ della sfida tra i partiti a poco più di un mese dalle elezioni politiche.

E’ a Mario Draghi che spetta la palma del consenso del popolo di Cl. Il presidente del Consiglio, alla sua terza volta alla Kermesse riminese in una ventina d’anni, ha lanciato un messaggio di speranza, ha ripercorso l’esperienza del suo governo iniziata in uno dei momenti già difficili della storia d’Italia segnando i risultati raggiunti, e delineando la strada per i politici che dopo il voto andranno al suo posto a Palazzo Chigi.

A Rimini “SuperMario” ha chiuso un cerchio da lui iniziato a disegnare proprio parlando ai ciellini nel 2020 in piena pandemia. Allora delineò quello che sarebbe poi diventata l’ossatura del programma del suo governo dopo essere stato nominato premier da Sergio Mattarella. Quest’anno dal palco riminese ha ribadito, con un discorso punteggiato da applausi e standing ovation, che l’Italia “ce la può fare” se affronterà le difficili sfide che la cronaca e la storia le pongono davanti con quella stessa “serietà” con cui lo Stato ha affrontato la campagna vaccinale.

Parole semplici e chiare, quelle dette dall’ex banchiere centrale, che sono assai piaciute ad una platea che non poteva ringraziarlo di più e meglio, fino al punto da farlo commuovere ed indulgere, fatto raro, ad un selfie con i giovani volontari che lo hanno “scortato” al Meeting.

Ma quello del 2022 è stato anche il Meeting di Giorgia Meloni, che ha stracciato nell’applausometro tutti gli altri leader che han preso parte al lunghissimo confronto politico da cui è uscito “stropicciato” Enrico Letta, bersaglio dell’unica contestazione dell’incontro in quanto “reo” di aver proposto l’obbligo scolastico dall’asilo alla maturità. I ciellini, spiega il presidente della Compagnia delle Opere Guido Bardelli, l’hanno “vista come un’intrusione nella vita delle famiglie”.

La leader di Fdi, dunque, è apparsa favorita nelle preferenze dei seguaci di don Giussani. E questo anche se la Chiesa cattolica in vista delle prossime elezioni non si schiererà per nessuno: proprio a Rimini il presidente della Cei Matteo Maria Zuppi è venuto a manifestare questo messaggio di neutralità, non mancando di sottolineare che i Vescovi tengono al terzo settore ed alla scuola.

Tocca a Giancarlo Giorgetti e a Carlo Calenda “spegnere le luci” del Meeting 2022, il primo post pandemia che grazie alla digitalizzazione imposta negli ultimi due anni dalle limitazioni Covid ha visto aumentare esponenzialmente il numero di persone che ha seguito online i quasi cento dibattiti in cui si è articolata la settimana riminese, aggiungendosi agli ottocentomila che, secondo una stima degli organizzatori, hanno complessivamente varcato i tornelli della Fiera di Rimini.

E, mentre i volontari cominciamo a smontare gli stand, già si pensa all’edizione del 2023, la 44esima. Si terrà, sempre nella capitale della Riviera romagnola, dal 20 al 25 agosto 2023, ed avrà come titolo “L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile”.

(degli inviati Francesco Bongarrà e Gianluca Angelini/ANSA)