Ancora sangue sulle strade, diciassettenne in bici ucciso da Suv

Il luogo di un incidente stradale.
Il luogo di un incidente stradale. ANSA/FABRIZIO RADAELLI

TREVISO. – Non si ferma il massacro di ragazzi sulle strade italiane. Ogni giorno, in questa estate post-Covid, è funestato da notizie di giovanissimi investiti da auto fuori controllo, da guidatori ubriachi che piombano con le loro vetture su gruppi minorenni in scooter e biciclette.

L’ultimo terribile incidente ieri sera, a Campigo nel trevigiano, dove un diciassettenne, Kevin Carraro, è stato tamponato e ucciso da un Suv tornava verso casa in bicicletta, assieme a cinque amici. Una dinamica ancora tutta da chiarire: il Suv, una Jeep Renegade guidata da un uomo, procedeva nella stessa direzione dei ragazzi quando all’improvviso si è trovato di fronte la bici di Kevin. Non è riuscito ad evitarlo.

L’impatto violento con il muso della grossa vettura ha fatto finire il giovane sul parabrezza e poi a terra. Per lui non c’è stato niente da fare. Il conducente della Jeep si è fermato, sotto shock, sono stati chiamati i soccorsi, ma i medici del Suem 118, dopo i tentativi di rianimazione, hanno dovuto dichiarare il decesso del minorenne.

Un incidente che ricorda da vicino quello in cui sabato notte, non lontano da qui, a Porcia (Pordenone), aveva perso la vita Giovanni Zanier, il 15enne travolto dall’auto di una soldatessa statunitense ubriaca, del quale proprio oggi si sono celebrati i funerali. E che non è poi diverso da quello avvenuto a Roma all’alba di ieri: Simone Sperduti, 20 anni, investito e ucciso mente era in scooter dall’auto di un agente di polizia – risultato positivo all’alcoltest e quello per droga – arrestato sempre oggi per omicidio stradale.

Kevin Carraro è l’undicesima vittima della strada nel trevigiano ad agosto: quattro morti, tutti 18enni, c’erano stati solo nell’incidente del 14 del mese, una Vw Polo finita fuori strada alle 2 del mattino a Godega Sant’Urbano. Sullo schianto di ieri notte a Campigo la Procura di Treviso ha aperto un fascicolo per omicidio stradale. Pare che il conducente del Suv sia risultato negativo all’alcoltest. Gli accertamenti della Polstrada dovranno anche appurare se all’origine del tamponamento non vi sia stato qualcosa di anomalo nella condotta della bicicletta da parte ragazzo.

Ma anche se questo non sarà catalogato come caso di guida in stato di ebrezza, emerge un dato inquietante, riferito dal Procuratore di Treviso, Marco Martani, al quotidiano Corriere del Veneto. Negli ultimi 8 mesi, sui 250 interventi per sinistri lievi nella provincia della Marca, la maggior parte ha avuto come causa conducenti ubriachi. I procedimenti penali per ubriachezza, sommando udienze, patteggiamenti, e abbreviati arrivano in sostanza a quasi il 30% dei processi celebrati a Treviso.

Ad aggravare il bilancio della giornata sulle strade del Veneto si è aggiunto un altro incidente mortale, sulla statale 434 Transpolesana: un operaio, Matteo Tambalo, 42 anni, è stato investito e ucciso in mattinata da un furgone mentre stava tagliando l’erba nell’aiuola di un’area di servizio. Da una prima ricostruzione dei Carabinieri, il conducente ha perso il controllo ed è sbandato investendo l’operaio che stava lavorando nell’aiuola sul lato destro della carreggiata.

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