La vicenda dei medici cubani in Calabria finisce al Tar

I medici cubani della Brigata medica Henry Reeve, arrivata in Italia il 22 marzo a sostegno degli sforzi per contenere il # COVID19 in Lombardia, lasciano l'Italia per rientrare a Cuba, Milano, 8 giugno 2020
I medici cubani della Brigata medica Henry Reeve, arrivata in Italia il 22 marzo a sostegno degli sforzi per contenere il # COVID19 in Lombardia, lasciano l'Italia per rientrare a Cuba, Milano, 8 giugno 2020. (Ufficio stampa Ambasciata cubana a Roma)

CATANZARO. – La vicenda dei medici cubani destinati a vestire il camice bianco negli ospedali calabresi finisce davanti al giudice. Dopo le polemiche che hanno accompagnato la decisione del presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto di siglare un’intesa per l’invio, in base alla necessità, di medici caraibici in base fino ad un massimo di 497 per sopperire alle croniche carenze di personale negli ospedali, il sindacato dei medici Federazione Cimo-Fesmed ha deciso di fare un passo ulteriore preparando un ricorso che sarà depositato a breve al Tar.

Il sindacato (cui aderiscono Anpo-Aascoti, Cimo, Cimop e Fesmed) “rileva numerose contraddizioni sostanziali nell’accordo con la società cubana incaricata di individuare i medici disponibili a lavorare in Calabria”. In primo luogo, secondo il presidente della Federazione Cimo-Fesmed e vicepresidente Cida guido Quici, “l’utilizzo della procedura dell’accordo quadro per l’affidamento di prestazioni di somministrazione di manodopera è in generale vietato dalla legge se non per il tramite delle Agenzie a ciò autorizzate, e in ogni caso è vietato per l’esercizio di funzioni dirigenziali quali quelle che spettano ai medici. Inoltre la Regione Calabria, prima di adottare una soluzione estemporanea come quella di rivolgersi a Cuba, ha del tutto ignorato la possibilità di assumere i medici specializzandi degli ultimi anni di formazione, come previsto dalla legge”.

Una presa di posizione che non sembra preoccupare più di tanto Occhiuto che anche oggi ha ribadito che la sua struttura sta lavorando “all’integrazione dei primi medici cubani che arriveranno in Calabria a metà settembre” e che “il progetto avviato con il governo di Cuba va avanti per superare le carenze di organico e per gestire le emergenze”. Tuttavia, il governatore fa un ulteriore passo avanti – rispondendo di fatto a una delle contestazioni del sindacato – annunciando che, così come concordato nel recente incontro avuto con i rappresentanti degli specializzandi, “a seguito di una loro precisa richiesta”, la Regione proprio oggi ha pubblicato una manifestazione pubblica di interesse “per reclutare giovani specializzandi da tutta Italia”.

Un avviso, spiega Occhiuto – criticato dal Pd calabrese per la sua “gestione della mancanza di personale medico che sta indignando e non poco l’intera Calabria, per l’incertezza che le scelte fatte portano con se e per la superficialità con cui sono state poste in essere, mai concertate con nessuno – che riguarda posti per tutti gli ospedali e per tutte le strutture sanitarie calabresi gli specializzandi in medicina e chirurgia d’accettazione d’urgenza, pediatria, anestesia e rianimazione, chirurgia generale, medicina interna, geriatria, malattie dell’apparato cardiovascolare, ginecologia e ostetricia, e radiodiagnostica, ortopedia e traumatologia, nefrologia, oncologia, malattie dell’apparato respiratorio, chirurgia vascolare, chirurgia toracica, psichiatria, e neuropsichiatria infantile”.

“Speriamo – è l’auspicio di Occhiuto – che questa nostra manifestazione possa essere presa in considerazione da tanti giovani medici provenienti dalla nostra Regione e da tutto il Paese”.

(di Alessandro Sgherri/ANSA)

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