I sindacati tornano alla carica sui salari: ‘senza aumenti ci saranno proteste’

MADRID — “Se gli industriali non cambieranno posizione, sicuramente ci saranno mobilitazioni” nei prossimi mesi, Il netto avvertimento, in realtà una reiterazione di quanto già espresso prima della sosta estiva, è del leader del sindacato UGT, Pepe Álvarez. “Non permetteremo che i salari non mantengano il potere d’acquisto, è abbastanza facile da capire”, aggiungeva ieri lo stesso Álvarez in un’intervista concessa a La Sexta, ricordando che l’inflazione è alle stelle (10,8%). E così, per la Spagna pare avvicinarsi un autunno segnato dalle tensioni sociali su questo fronte.

Già mesi fa sindacati e industriali (rappresentati principalmente dalla Confindustria spagnola, la CEOE) hanno iniziato a negoziare per cercare un punto d’intesa su come stabilire aumenti salariali nei prossimi anni. Ma tutti i tentativi finora effettuati sono finiti con un nulla di fatto. Il principale ‘pomo della discordia’ è sempre stata la richiesta dei sindacati di associare gli aumenti di salario dei prossimi anni all’evoluzione dell’inflazione: un’esigenza respinta più volte dagli industriali

“Non abbiamo detto no all’aumento dei salari, bensì alla possibilità che ci sia una clausola alla fine che dica che alla fine dell’anno i salari debbano essere legati all’inflazione”, aveva spiegato a luglio il presidente di questa organizzazione, Antonio Garamendi. Uno degli argomenti principali della CEOE per respingere la proposta dei sindacati  è che un meccanismo di questo tipo farebbe “perdere competitività” alle aziende spagnole.

Dopo le ferie di agosto, i sindacati sono tuttavia pronti a tornare alla carica. A ricordare l’avvertimento è per esempio il profilo Twitter di Comisiones Obreras (CCOO): “#SalariooConflicto”, recita l’hashtag’ lanciato dal sindacato.

“Se un anno fa vivevamo con un salario X, quest’anno, per poter rimanere nella stessa situazione, dobbiamo poter contare sul salario più l’equivalente all’inflazione”, ha detto Álvarez. Come segnala El País, anche dalla CEOE si crede che a partire da settembre ci potrà essere margine di trattativa.

Altri aspetti su cui i sindacati si aspettano un dialogo con il governo, ha aggiunto ieri Álvarez parlando su La Sexta, sono quella della revisione del sistema di calcolo delle pensioni e sull’aumento del salario minimo. “Il governo dev’essere cosciente”, ha detto il leader di UGT rispetto a quest’ultimo punto, “del fatto che le previsioni di un salario minimo a 1.049 euro non sono sufficienti vista la nuova realtà che stiamo vivendo”.

Redazione Madrid

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