In Gb è pre-autunno caldo, ferrovieri fermano i treni

La stazione dei treni di Waterloo Station a Londra. Pacchi bomba
La stazione dei treni di Waterloo Station a Londra. EPA/ANDY RAIN

LONDRA.  – É ancora estate ma nel Regno Unito il diffuso malcontento fra i lavoratori e le proteste sindacali in corso hanno già raggiunto livelli da autunno caldo.

In uno scenario che non si vedeva da tempo, caro vita e inflazione record – l’ultimo dato la vede schizzata al 10,1% ai massimi da 40 anni – stanno colpendo le famiglie alle prese con costi di alimenti e bollette energetiche insostenibili, e spingono migliaia di lavoratori a incrociare le braccia per chiedere degli aumenti salariali adeguati a una realtà fatta di prezzi in continua crescita e potere d’acquisto in caduta libera.

A guidare la protesta sono i ferrovieri, rappresentati dal forte Rail Maritime and Transport Workers (Rmt), che hanno iniziato l’ennesimo sciopero, che durerà fino a tutto sabato, col conseguente blocco dei treni nel Paese: solo il 20% dei servizi è assicurato. I disagi sono sempre più frequenti per milioni di britannici costretti a scegliere ogni volta mezzi di trasporto alternativi. Domani è la volta anche di uno stop per la metropolitana di Londra, in una agitazione prolungata che aveva già visto uno sciopero delle ferrovie il mese scorso e quello storico di tre giorni a giugno.

Ma la vertenza per il caro vita riguarda anche altri settori in cui sono stati indetti scioperi: i lavoratori della Royal Mail incrociano le braccia per quattro giorni, il 26 e 31 agosto e l’8 e 9 settembre, e i portuali del terminal container più grande del Regno, a Felixstowe, nell’Inghilterra orientale, per ben otto giorni consecutivi, dal 21 al 29 agosto, col rischio di una paralisi logistica e dei trasporti marittimi.

Del resto, secondo i numeri diffusi dall’Ufficio nazionale di statistica (Ons), i salari reali nel Regno Unito sono scesi del 3% su base annua nell’ultimo trimestre a causa dell’inflazione.

Sindacati e vertici societari continuano a non trovare un accordo sugli aumenti di stipendio. Non fa che aggravare la situazione la linea intransigente del governo conservatore, che peraltro ha poteri limitati alla gestione degli affari correnti in attesa che all’inizio di settembre venga scelto dagli iscritti Tory il loro nuovo leader e premier al posto del dimissionario Boris Johnson.

Se infatti il ministro dei Trasporti, Grant Shapps, ha affermato che i sindacati sono intenzionati a causare quanti più disagi possibile ai cittadini, il segretario generale dell’Rmt, Mick Lynch, lo accusa di essere di ostacolo al raggiungimento di un accordo coi vertici delle compagnie ferroviarie e con Network Rail (gestore pubblico della rete) perché impegnato a “una esibizione muscolare destrorsa” per ottenere un incarico nel nuovo esecutivo. E la vertenza, stando a Lynch, può andare avanti “indefinitamente”.

Mentre i lavoratori di altri settori si preparano allo sciopero, dagli insegnanti ai dipendenti del servizio sanitario: a questi ultimi è stato offerto un aumento salariale del 4%, respinto in quanto “misero” dal sindacato Unite. Una situazione molto problemática attende quindi il prossimo premier conservatore, che viene eletto da un partito di governo in crisi fra i due contendenti in corsa: la favoritissima ministra degli Esteri Liz Truss e l’ex cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak.

La titolare del Foreign Office, già entrata in rotta di collisione coi dipendenti pubblici, punta a una riduzione immediata delle tasse rispetto alla richiesta in arrivo da più parti di un sostegno alle famiglie in difficoltà per il caro vita. La proposta di Truss viene criticata da molti esperti e dallo stesso Sunak: è insostenibile e controproducente a fronte di una impennata dell’inflazione destinata a continuare.

(di Alessandro Carlini/ANSA).

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