Bufera a Barcellona dopo il ‘boicottaggio’ all’anniversario degli attentati

Laura Borrás

MADRID — L’accaduto ha lasciato il segno. Il ‘boicottaggio’ da parte di manifestanti secessionisti all’atto in omaggio alle vittime attentati di Barcellona e Cambrils del 2017 ha provocato una scia di polemiche e proteste indignate ancora attiva a 24 ore di distanza. In particolare, al centro delle critiche c’è Laura Borràs, presidente del Parlamento catalano recentemente sospesa dall’incarico in quanto indagata per un caso di presunta corruzione, che al termine dell’evento istituzionale di ieri, si è fermata a salutare alcuni dei partecipanti alla protesta. “Gli atti in ricordo delle vittime sono sacri”, ha affermato lei oggi in interviste. “Interrompere un minuto di silenzio è fuori luogo”.

Tra le rivendicazioni principali dei manifestanti, espresse attraverso cori e fischi a esponenti politici presenti all’atto, c’è quella di voler “sapere tutta la verità” sugli attentati di agosto 2017. Si tratta di un argomento che da tempo circola in ambienti secessionisti, nella convinzione (sinora mai confermata con prove) che lo Stato spagnolo stian nascondendo qualcosa su cosa avvenne in quelle circostanze.

Secondo le indagini giudiziarie, il giorno degli attentati un uomo irruppe alla guida di un furgone sulla Rambla centrale di Barcellona, investendo decine di persone prima di darsi alla fuga su un’auto rubata. La sera stessa, altri cinque terroristi appartenenti alla medesima cellula jihadista tentarono un’azione simile a bordo di un’auto sul lungomare di Cambrils. In tutto, 16 persone morirono e oltre 100 risultarono ferite.

Nel corso della protesta di ieri, uno dei partecipanti, secondo media presenti, ha interrotto con grida il minuto di silenzio in memoria delle vittime. Diversi partiti politici, compreso quelli che formano il governo catalano (Junts per Catalunya, presieduto proprio da Borràs, ed Esquerra Republicana) hanno aspramente criticato questo episodio, sommandosi così all’indignazione espressa da rappresentanti delle vittime.

“I minuti di silenzio devono essere rispettati”, ha detto Borràs ai microfoni della radio Rac1, in una delle interviste concesse stamattina (un’altra è stata concessa a Catalunya Radio). La presidente del Parlamento regionale sospesa ha anche chiesto di non fare di tutta l’erba un fascio distinguendo perciò “i casi isolati” e non “responsabilizzando né i partecipanti nel loro insieme né l’indipendentismo”.

Borràs ha anche sottolineato che ci sono vittime con rivendicazioni legittime di “giustizia e verità”.

Sull’accaduto ha preso posizione anche il governo centrale, attraverso la ministra portavoce Isabel Rodríguez.  “Sono stati momenti veramente poco edificanti, anche se minoritari”, ha affermato in dichiarazione a media.

Oggi, un secondo atto di omaggio alle vittime si è tenuto a Cambrils.

Redazione Madrid

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