Alpi: persi 200 ghiacciai, zero termico sempre più in alto

Nella foto il ghiacciaio della Marmolada.
Nella foto il ghiacciaio della Marmolada. ANSA/RENATO COLUCCI

ROMA.  – I ghiacciai alpini si sciolgono e scompaiono ormai “a ritmo inimmaginabile”, sono più di 200 quelli che non ci sono più dalla fine dell’Ottocento e che hanno lasciato il posto a detriti e rocce, a causa del riscaldamento globale.

Con questo dato Legambiente annuncia la partenza il 17 agosto della terza edizione di “Carovana dei Ghiacciai”, il monitoraggio itinerante promosso nell’ambito della campagna “ChangeClimateChange”, con la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano, per verificare “la drammatica regressione dei ghiacciai a causa della crisi climatica”.

Una condizione che cambia lo scenario della corona montuosa italiana. Sulle Alpi le temperature stanno crescendo a una velocità doppia rispetto alla media globale. L’atmosfera, al di sopra dei 3.500 metri di quota, è in totale disequilibrio: a fine luglio, lo zero termico è stato registrato sulle Alpi svizzere a 5.184 metri.” Un dato senza precedenti”. Sono gli effetti dell’inverno 2021/2022, “estremamente mite e siccitoso in tutto l’arco alpino italiano (in molte aree si è superata la soglia dei 100 giorni senza pioggia), ricorda la ong rilevando che “la neve al suolo, negli ultimi dieci anni ha subito un costante decremento; molti nivometri, già a maggio sono arrivati a zero”.

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In tre settimane, fino al 3 settembre, la “Carovana” farà 5 tappe dalla Valle d'Aosta al Friuli-Venezia Giulia percorrendo tutto l'arco alpino: dai ghiacciai Miage e Pré de Bar a quelli del Monte Rosa, dal ghiacciaio dei Forni e di Montasio fino a quello della Marmolada, a poco più di un mese dalla tragedia in cui hanno perso la vita undici persone. "Non c'è più tempo per le nostre montagne, che ci lanciano un sos forte e chiaro – avverte Giorgio Zampetti, direttore nazionale Legambiente – Con la terza edizione di Carovana dei ghiacciai vogliamo tornare a fornire dati ed elementi concreti per chiedere al governo italiano di spingere l'acceleratore per arrivare a emissioni di gas a effetto serra nette pari a zero nel 2040, in coerenza con l'Accordo di Parigi (Cop21), e di dotarsi di un piano di adattamento al clima per tutelare i territori e le comunità. A partire dalle aree più colpite, come le Alpi".

Sarà un viaggio, aggiunge Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e coordinatrice della campagna, "per raccontare della crisi climatica che oggi viviamo, di cui la montagna è la sentinella principale. La decisione di ritornare su molti dei ghiacciai visitati due anni fa non è casuale: abbiamo seri motivi per credere che la situazione sia peggiorata al di là di ogni razionale previsione".

"I dati scientifici indicano che il riscaldamento climático sta producendo effetti ambientali sempre più rapidi ed evidente nelle Alpi – dichiara Marco Giardino, vicepresidente del Comitato Glaciologico Italiano – A soli 2 anni di distanza dalla prima edizione della Carovana, potremo verificare gli impressionanti cambiamenti avvenuti su alcuni ghiacciai-campione; il confronto con i dati storici che il Comitato Glaciologico Italiano raccoglie dal 1914 nelle champagne glaciologiche annuali ci permetterà di comprendere le modalità del cambiamento e di valutare quali siano le possibilità di risposta, in termini di mitigazione e adattamento".

(di Stefania De Francesco/ANSA).