Ancora caldo in Europa, per Gb è allarme siccità

Una turista si rinfresca nella fontana di piazza De Ferrari a causa del gran caldo in una foto d'archivio.
Una turista si rinfresca nella fontana di piazza De Ferrari a causa del gran caldo in una foto d'archivio. ANSA/LUCA ZENNARO

LONDRA.  – Mentre in Italia si contano i danni causati dalle recenti devastanti precipitazioni e le temperatura sono scese, il caldo torrido continua nel nord e nell’ovest dell’Europa, con le conseguenze maggiori per la Gran Bretagna, alle prese con una siccità record che ha seccato i prati su vasta scala e obbligato le compagnie del settore idrico a introdurre forme di restrizioni, e la Francia, con più di 3.000 persone evacuate a causa di un incendio tra Lozere e Aveyron, nel sud del Paese, in cui sono andati distrutti almeno 700 ettari ma non ci sono stati feriti.
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L’arrivo dell’alta pressione non fa che peggiorare la situazione: Francia e Spagna potrebbero sperimentare temperatura di 38 gradi nei prossimi giorni. Mentre nel Regno Unito, stando alle previsioni del Met Office, ci si aspettano punte di 35-36 gradi, ma non si arriverà ai livelli storici del mese scorso, quando per la prima volta era stata superata la soglia dei 40 gradi. Questa “heatwave” (ondata di caldo) dovrebbe però durare più a lungo della precedente.

Accanto ai consigli alla popolazione per proteggersi dagli effetti della canicola viene diffusa una nuova allerta siccità: in diverse contee dell’Inghilterra meridionale si è ricorso a restrizioni, come il divieto di irrigare i giardini, per non incidere sulle ridotte scorte di acqua. Anche Thames Water, società che rifornisce 15 milioni di persone, inclusa la popolazione di Londra, si prepara a introdurre il bando. Dall’analisi statistica è già emerso che l’anno in corso è il più secco nel Regno dal 1976.

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La siccità ha favorito anche la propagazione dell'incendio nella Francia meridionale innescato da una macchina agricola. Più di 600 vigili del fuoco provenienti da diversi dipartimenti (Aveyron, Lozère, Gard, Hérault, Bouches-du-Rhône, Var, Aude, Alpes-maritimes, Tarn, Ariège, Haute-Garonne) sono stati mobilitati.

Con oltre 47.000 ettari già bruciati dall'inizio dell'anno, la Francia ha registrato un numero record di aree divorate dalle fiamme da luglio, secondo il Sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi che tiene statistiche comparabili dal 2006.

Intanto in molti Paesi colpiti dal clima “estremo”, come la Gran Bretagna, riprende vigore il dibattito sul cambiamento climatico, non senza polemiche rispetto alle ipotesi di rinvii degli impegni presi sul fronte delle emissioni nocive. Ipotesi alimentate dai contraccolpi della crisi energica globale, resa più acuta dalle sanzioni contro la Russia in risposta alla guerra in Ucraina.

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