Richieste sotto attese per Assegno unico, calano risorse

Bambini passeggiata con genitori nel parco, ANSA / PAOLO SALMOIRAGO

ROMA. – Sono quasi 5,3 milioni le famiglie italiane che hanno ricevuto almeno una mensilità di assegno unico tra marzo e giugno, con una spesa complessiva per l’Inps di quasi 4,8 miliardi e un beneficio medio per figlio di 145 euro.

Numeri che lasciano degli “avanzi” nelle risorse stanziate e che per questo hanno portato il governo a ridurre la dote stanziata per il 2022 di 630 milioni. “Senza togliere niente a nessuno”, ha però precisato il ministro dell’Economia Daniele Franco.

“Lo stanziamento definito prima si è rivelato un po’ ridondante e se non le avessimo utilizzate qui, le risorse sarebbero andate perse. Senza togliere niente” a chi beneficia dell’assegno, “le abbiamo utilizzate per altre finalità sociali”, ha specificato rispondendo alle critiche dei dem Graziano Delrio e Stefano Lepri, “sorpresi” dal taglio.

La ministra della Famiglia Elena Bonetti in consiglio dei ministri aveva in realtà chiesto che le risorse fossero usate “per rafforzare l’assegno per le famiglie a reddito basso”, “senza però – ha spiegato – che la richiesta venisse accolta da nessuno dei partiti al tavolo”.

Secondo l’Osservatorio sulla misura per le famiglie scattata a marzo, che non rileva ancora i dati sui figli dei nuclei destinatari di reddito di cittadinanza, i figli interessati dall’assegno sono stati 8,5 milioni, con un  beneficio medio per nucleo richiedente a giugno (5,15 milioni nel complesso) di 232 euro. La platea alla quale è destinata la nuova misura è di 11 milioni di figli.

Per le richieste arrivate dopo il 30 giugno non sarà possibile ottenere gli arretrati. Si può chiedere l’assegno dal settimo mese di gravidanza e per i figli minorenni o fino a 21 anni se studiano o sono impegnati in tirocini e percorsi formativi o per coloro che sono registrati ai servizi per l’impiego come disoccupati. Si può chiedere per i figli disabili a carico senza limiti di età.

L’Inps sottolinea che circa il 46% degli assegni pagati per figlio, si riferisce a beneficiari appartenenti a nuclei con Isee inferiore ai 15.000 euro, mentre più del 20% dei figli appartiene a nuclei familiari che non hanno presentato Isee e quindi hanno avuto l’importo minimo (50 euro al mese a figlio).

Guardando ai pagamenti di competenza del mese di giugno, l’importo medio per figlio va da 50 euro per chi non presenta Isee o supera i 40.000 euro, a 194 euro per le classi di Isee fino a 15.000 euro. Nella categoria con l’Isee più basso ci sono 3,8 milioni di figli.

A giugno, la concentrazione di importi più elevati si ha al Sud (il  massimo pari a 166 euro per ciascun figlio in Calabria) mentre gli importi meno consistenti sono al Centro e al Nord (il valore minimo nella Provincia autonoma di Bolzano con un importo mensile per figlio pari a 132 euro). In Lombardia il numero dei figli con almeno un pagamento è pari a 1,47 milioni per 137 euro medi. In Campania i figli beneficiati sono 858.206 per 156 euro medi.

A differenza del Reddito di cittadinanza che di fatto penalizza le famiglie numerose, l’assegno unico è strettamente legato alla composizione del nucleo. Le 3.039 famiglie italiane con almeno sei figli che hanno chiesto l’assegno unico hanno ricevuto in media a giugno 1.572 euro mentre quelle con cinque figli (9.700) hanno avuto un beneficio medio  nel mese di 1.185 euro.

Le famiglie con un figlio (2,6 milioni) hanno ricevuto in media un assegno di 128 euro mentre quelle con due figli (2,086 milioni) hanno avuto in media 279 euro. Le famiglie con tre figli (395.562)  hanno potuto contare nel mese su 536 euro mentre quelle con quattro (58.249 nuclei) hanno avuto in media un assegno di 913 euro.

Lascia un commento